La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di ostacolo all’attività di vigilanza della Consob, di ben nove membri del consiglio d’amministrazione di Parmalat che nel 2012 perfezionò l’acquisizione di Lactalis America Group (Lag) dalla controllante Lactalis. Un’operazione con parti correlate del valore complessivo di oltre 904 milioni di dollari (enterprise value), poi rettificati di 130 milioni dopo le proteste legali di alcuni azionisti di minoranza sull’eccessivo prezzo pagato, che avevano innescato un ricalcolo del valore della società su azione del Tribunale di Parma.
I nove accusati
I nove sono Gabriella Chersicla, attuale presidente di Parmalat e al tempo vice presidente, l’amministratore delegato Yvon Guerin, il direttore finanziario Pierluigi Bonavita, l’ex presidente Franco Tatò, e Riccardo Zingales, Marco Reboa, Antonio Sala (da pochissimo nominato presidente di Nuova Castelli), Daniel Jaouen, Marco Jesi e Francesco Gatti. Le indagini, partite da un esposto della Consob sull’operazione, sono durate anni perchè il fascicolo è passato da Parma dove era stato aperto dopo la segnalazione della Commissione di Borsa, per transitare a Milano e finire a Roma, dove le indagini sono state alla fine chiuse.
Acquisizione Lag e vigilanza Consob
Nell’atto di chiusura indagini, che Food ha potuto consultare, si delineano per sommi capi le presunte responsabilità dei nove indagati. I pm romani sostengono che questi ultimi, a vario titolo, avrebbero ostacolato le funzioni di vigilanza di Consob nell’ambito dell’operazione di acquisizione di Lag, in quanto nelle note riguardanti l’acquisizione di Lag inviate a Consob su richiesta di quest’ultima e firmate di volta in volta da Tatò, Guerin e Chersicla avrebbero omesso di fornire informazioni esaustive e complete in ordine alla situazione contabile analitica delle attività acquisite, relativa alla fine dell’anno 2012, nonché al meccanismo di aggiustamento del prezzo dell’acquisizione. Ciò avrebbe così impedito alla stessa Consob l’adozione tempestiva delle iniziative di vigilanza ritenute opportune per garantire una corretta informazione del mercato, anche in considerazione del fatto che l’operazione di acquisizione riguardava società appartenenti allo stesso gruppo, come si legge nel capo d’accusa. Zingales, Reoba, Sala, Jaouen, Jesi e Gatti sono indagati perchè hanno approvato quelle note mentre Bonavita perchè ha partecipato alla loro elaborazione.
Dati gestionali
Nel documento, inoltre, si legge che agli imputati viene ascritta la responsabilità di aver anche fornito a Consob notizie fuorvianti e incomplete e perché omettevano di trasmettere tempestivamente a Consob i dati gestionali delle attività di distribuzione, nonostante gli stessi fossero disponibili o comunque prontamente reperibili. Omettevano di fornire precise indicazioni in ordine alla valutazione, nella fase prodromica dell’acquisizione, delle condizioni economiche previste nel citato contratto di distribuzione tra Bsa e Lea (una controllata di Lag), i cui rapporti sono stati in parte definiti e regolamentati nel corso del 2013 solo a seguito del diretto coinvolgimento del venditore Bsa. In ultima battuta avrebbero omesso di precisare il meccanismo di imputazione, nel corso del primo semestre del 2012, in assenza di rapporti formalizzati, nel conto economico di Lea di alcuni costi sostenuti dalla società Lactalis Deli Inc. (altra società di distribuzione facente capo a Lag), dal quale è derivato il trasferimento di alcune componenti negative di reddito dal conto economico di Lag allo stato patrimoniale di Lea, con conseguente incidenza sul risultato gestionale di Lea e, quindi, sul prezzo di acquisto di Lag. Adesso la parola spetta al giudice per l’udienza preliminare, che dovrà decidere se rinviare a giudizio i nove.