Secondo la classifica stilata ogni anno dal magazine Fortune è la seconda migliore azienda al mondo dove lavorare, subito dopo Google. Merito di una retribuzione media ai dipendenti nettamente superiore alla concorrenza, dei tanti benefit previsti dai contratti e di un turnover del personale cinque volte inferiore agli standard del settore. Ma la catena regionale, che per tanti aspetti ispirò il patron di Esselunga Bernardo Caprotti, vanta anche un altro prestigioso riconoscimento. Per il secondo anno di fila, infatti, Wegmans è stata nominata l’insegna più apprezzata d’America, conquistando la prima posizione nel tradizionale ranking pubblicato da Market Force, con un indice di soddisfazione complessiva del cliente del 77%, a pari merito con Publix. L’indagine considera tra l’altro il giudizio dei consumatori sul rapporto qualità prezzo, la disponibilità dei prodotti, la velocità in cassa e la pulizia dei negozi.
Un player locale
Un risultato tutt’altro che scontato quello di Wegmans, soprattutto se si considera la sua rete distributiva non certo capillare, con 92 ipermercati, di cui la metà nello stato di New York e i restanti in Pennsylvania, New Jersey, Virginia, Maryland e Massachusetts, per un fatturato complessivo di 8,3 miliardi di dollari. Gli store hanno una superfice di circa 10mila metri quadrati e un assortimento che varia dalle 50mila alle 70mila referenze, con ampie sezioni dedicate all’offerta di alimenti freschi selezionati, anche di importazione.
Trader Joe ancora battuto
Finisce così al terzo posto Trader Joe (76%), in passato per lungo tempo dominatore della classifica. Seguono poi la texana Heb e il discount tedesco Aldi, rispettivamente con uno score del 69% e del 68%. Tra le big, Whole Foods è decima a quota 61% e alla prese con le sue note difficoltà sui prezzi. Kroger invece è al dodicesimo posto con il 57%, mentre Walmart è fanalino di coda con appena 31 punti.
L’approccio al business
A sorprendere gli analisti, dunque, è il fatto che la catena più apprezzata dagli americani non sia in realtà mai stata visitata direttamente da gran parte di loro. Una contraddizione però forse solo apparente, che anzi conferma ed esalta la forza di un brand in piena espansione, forte anzitutto di una filosofia aziendale particolarmente distintiva. A fare la differenza, infatti, sono i principi etici portati avanti dalla società, che resta a conduzione familiare, nonché il focus sul servizio reso ai clienti. In particolare, il player considera i suoi impiegati come veri e propri ambasciatori gastronomici, investendo molto più della concorrenza nella formazione del personale.