La Food & Drugs Administration (Fda) americana svilupperà un programma di sensibilizzazione ai consumatori in favore della biotecnologia nei cibi in “difesa” anche di quelli geneticamente modificati. Lo scopo sarebbe quello di raccontare gli impatti positivi delle colture geneticamente modificate, e del cibo che da esse deriva, sull’ambiente, la nutrizione, la sicurezza alimentare, la fame nel mondo.
Denaro pubblico per un’azione di lobbying
Vista con occhi europei, e in particolar modo italiani, la mossa appare piuttosto bizzarra. Ed in effetti lo è, in un certo senso: innanzitutto perchè, com’ è noto, la temuta Fda è l’ente governativo che si occupa di assicurare la sicurezza alimentare e non sarebbero di sua competenza le azioni di marketing e sensibilizzazione a vantaggio dei produttori, soprattutto se pagati con denaro pubblico come in questo caso. In seconda battuta questo input arriva quando negli Usa la domanda di cibo biologico e non geneticamente modificato (ogm free) è in crescita sostenuta, specchio di un cambiamento – si potrebbe dire epocale – che sta pian piano abbracciando fasce sempre più ampie della popolazione, geograficamente (metropoli e non) e culturalmente.
Produttori: troppe fake news sugli Ogm
E’ quest’ultimo, soprattutto, il punto “dolente” che ha convinto il Senato a votare con un approccio bipartisan in favore di questa campagna, spinta da ben 50 gruppi di produttori di materie prime agricole e di cibo: i sì sono stati 79 e i no solo 18, segno che non solo i Repubblicani ma anche i Democratici hanno sostenuto l’iniziativa. Secondo le organizzazioni dei produttori, infatti, è necessario contrastare la enorme massa di informazioni distorte riguardo la biotecnologia nei cibi, ma dietro a queste dichiarazioni istituzionali si legge chiaramente la necessità di spingere verso un sostegno a chi produce cibi Ogm. Peraltro la campagna, che sarà finanziata con tre milioni di dollari, sarà sviluppata con l’appoggio del Dipartimento dell’Agricoltura (Usda) e quindi direttamente di una parte dell’amministrazione Trump.
Non ancora in vigore la legge sugli Ogm in etichetta
La mossa segnala un cambio di approccio al mondo degli Ogm da parte dell’amministrazione Trump rispetto a quella Obama. Quest’ultimo era riuscito a far passare nel 2016 una legge che obbligava i produttori di cibo a evidenziare la presenza di Ogm nei loro prodotti, seguendo idealmente la via intrapresa dal Vermont con una legge statale. In questo momento si sta discutendo sul come informare il consumatore sull’etichetta e i tempi sulla soluzione definitiva non sembrano brevi, dato che non si dovrebbe arrivare a un accordo prima del settembre 2018, secondo alcuni osservatori. Alcune società, però, come Campbell’s, si erano portate avanti con una presa di posizione “storica”. Nel frattempo tutte le grandi major degli Ogm, a cominciare da Monsanto che è anche nel business dei pesticidi adatti a queste colture, si sono organizzate per sostenere la propria causa forti di studi e sperimentazioni che sostengono la salubrità degli Ogm e contro i tanti americani che sempre più credono alla maggiore bontà dei cibi naturali. Una questione di lobby, con la campagna della Fda che segna un punto a favore a quella di chi prospera sugli Ogm.