L’idea di inseguire la concorrenza non è certo una sua consuetudine. Eppure, anche il colosso che ha sdoganato l’hamburger deve adeguarsi alle nuove logiche di mercato, a cominciare dal fenomeno delle consegne a domicilio. Un appuntamento a cui la catena americana arriva probabilmente in ritardo, considerati i servizi già offerti pressoché ovunque da numerosi competitor, con effetti pesanti per la tenuta del suo giro d’affari. Lo stesso vicepresidente Lucy Brady, del resto, ha ammesso in più di un’occasione come il business del food delivery, che nel complesso vale 100 miliardi di dollari, finora è stato poco sfruttato da McDonald’s. Così, oltre a voler inaugurare almeno mille fast food in Cina nei prossimi cinque anni, rendere i menu più salutistici e investire nell’innovazione tecnologica dei ristoranti, la multinazionale statunitense considera adesso una priorità cambiare filosofia e affidarsi, appunto, alle consegne a domicilio. L’obiettivo, dunque, è quello di riconquistare i tanti clienti emigrati verso altri player, potenziando ed espandendo un servizio che nel 2016 ha portato al gruppo vendite totali per un miliardo di euro.
Il vantaggio del gigante americano
La nuova strategia può contare su un punto di forza certamente non comune alle altre società attive nel canale. E’ quello, del resto, di contare su una rete di ristoranti diffusa in maniera capillare sui vari territori. Non a caso, secondo Lucy Brady, in Gran Bratagna, Francia, Germania e Canada ben il 75% della popolazione vive vicino a un punto vendita McDonald’s.
McDelivery parte da Milano
Nel nostro Paese i ristoranti della catena sono 550 e servono ogni giorno circa 700 mila clienti. La via italiana al food delivery targata McDonald’s è appena partita da Milano, grazie a un accordo con Glovo, società specializzata nel settore, che consente quindi di farsi recapitare a casa hamburger, patatine, bibite, dolci e gelati, nonché menu completi, ordinandoli attraverso l’app del partner. Il costo del servizio è di 2,9 euro, con due euro di maggiorazione per ordinazioni inferiori ai 12 euro. Una volta completata la copertura su tutta la città, McDelivery arriverà a Roma.
Chi sono i protagonisti del settore
Il principale competitor di McDonald’s sarà Just Eat, che si pone come intermediario tra i consumatori e i ristoranti convenzionati. E’ attivo in Italia dal 2011, con oltre 400 comuni coperti e una sede fisica a Milano, dove lavorano 70 dipendenti. C’è poi Foodora, da poco presente anche a Roma e Firenze, più orientato verso il cibo di qualità e in grado di curare direttamente il delivery con i suoi fattorini, aumentando così il target di riferimento anche ai locali che non dispongono di un servizio a domicilio. Infine dovrà sfidare l’inglese Deliveroo, arrivato in Italia lo scorso anno, anch’esso specializzato nella gestione delle consegne, grazie a una rete di riders subito riconoscibili, e forte di una strategia di marketing particolarmente efficace.