Il debutto nell’East Cost è avvenuto lo scorso 15 giugno, con l’apertura del primo store a Virginia Beach. Poi, in netto anticipo rispetto ai programmi annunciati, Lidl ha subito inaugurato altri 13 punti vendita tra Virginia, Nord Carolina e Sud Carolina, preparandosi a tagliare il nastro di ulteriori sette negozi già entro la fine del mese. Ad agosto, poi, ne aggiungerà probabilmente ancora una decina, mentre tanti analisti cominciano a considerare ampiamente superabile l’obiettivo di raggiungere 100 supermercati entro la metà del prossimo anno. Insomma, l’ingresso del discount tedesco nel mercato americano non ha certamente tradito le attese, confermandosi aggressivo e destinato ad avere ripercussioni importanti negli equilibri tra i competitor. Del resto, il rivenditore può contare su strutture appositamente studiate per il contesto statunitense, con formati più grandi del 35% rispetto a quelli europei, un layout moderno in grado di agevolare i clienti e prezzi estremamente concorrenziali. Ma anche una vasta offerta di alimenti freschi, biologici e free-from. Niente a che vedere, dunque, con i primi negozi aperti da Aldi negli Usa, che avevano la merce esposta in grosse scatole e un design rudimentale.
L’effetto Lidl sul mercato
A turbare i management dei big retailer americani, già alle prese con le mire espansionistiche di Amazon nella distribuzione fisica, c’è quanto sta accadendo in Gran Bretagna, dove Lidl e la connazionale Aldi avanzano prepotentemente macinando record e market share. Del resto, lo sbarco di Lidl negli States ha indotto proprio Aldi a varare un piano di investimenti da oltre cinque miliardi di dollari, con altre 900 nuove aperture nei prossimi cinque anni, da aggiungere ai suoi attuali 1.600 store.
La querela di Kroger
Kroger, intanto, ha accolto il nuovo rivale con una clamorosa denuncia per violazione del proprio marchio premium, depositata presso la corte distrettuale della Virginia. Sul banco degli accusati c’è il marchio del discount Preferred Selection, registrato nel 2016, ritenuto troppo simile al brand di Kroger Private Selection, in commercio da oltre 20 anni, con un giro d’affari pari a due miliardi di dollari nel 2016.
L’accusa di concorrenza sleale
Nomi, loghi e prodotti molto simili che, secondo la catena americana, indurranno i clienti a considerare associate le due aziende, permettendo così a Lidl di competere in maniera sleale, e a portare avanti un piano orchestrato deliberatamente con questo obiettivo. A fronte di un “danno irreparabile”, dunque, per Kroger l’unica soluzione possibile sarebbe l’immediata eliminazione del marchio Preferred Selection dai pack e dalle promozioni. Le parti compariranno davanti al giudice il prossimo 25 luglio.