Nel settore del biologico già da tempo si discute sulla necessità di una regolamentazione europea in materia. Ma qual è la situazione attuale? Quali sono le prerogative della proposta italiana? Intervistato dai microfoni di Food durante il Sana 2017, il presidente di FederBio Paolo Carnemolla offre il suo spaccato: C’è un pre accordo politico raggiunto prima dell’estate che entro novembre dovrebbe trasformarsi in qualcosa di concreto. Ma la proposta, ancora in fase di revisione, non sembra adeguata e rischia addirittura di peggiorare la situazione attuale. Come ha detto anche il viceministro Olivero, non vogliamo il regolamento a tutti i costi: se gli accorgimenti previsti, come le nuove normative che restringono le regole sulle importazioni o le certificazioni di gruppo, non si collocano in un contesto generale adeguato, allora non ne abbiamo bisogno. Tra le aree più critiche del chiacchierato regolamento c’è sicuramente quella dei controlli. Nel regolamento europeo sui controlli ufficiali di mangimi e alimenti, approvato lo scorso aprile, e che entrerà in vigore dal 2019, di fatto è già stato inserito anche il biologico –continua Carnemolla-. Anche in Italia dobbiamo lavorare in questo contesto per dare continuità al progetto e non rimanere su un binario parallelo a quello dei controlli ufficiali.
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