Da una parte c’è il più grande rivenditore al dettaglio del pianeta. Dall’altra l’azienda numero uno della classifica Fortune 500 Global, le cui piattaforme digitali veicolano oltre 2mila miliardi di ricerche all’anno. L’intesa strategica tra i due player, ufficializzata in pieno agosto, non poteva quindi che suscitare enorme risonanza a livello globale, con titoli altisonanti e paragoni altrettanto ridondanti. Per i media, infatti, la mossa di Walmart e Google può essere considerata una chiara sfida alle mire egemoniche di Amazon nell’e-commerce, così come nella corsa all’integrazione tra fisico e digitale. Il leader americano dei supermercati, insomma, avrebbe finalmente trovato la strada (e il compagno di viaggio) per competere con Jeff Bezos, probabilmente meglio di quanto già gli garantiscono le recenti partnership con Uber, oppure le politiche di sconto riservate a chi acquista online. Misure, quest’ultime, che comunque hanno permesso a Walmart di registrare un incremento del 60% nel giro d’affari del commercio elettronico durante l’ultimo trimestre.
Cosa prevede l’accordo
Secondo l’intesa annunciata da Marc Lore, presidente dell’area online di Walmart, a partire dalla fine di settembre “centinaia di migliaia di articoli” del retailer saranno disponibili per lo shopping tramite il servizio Google Assistant e la consegna a domicilio attraverso Google Express, già testato tra l’altro da Costco e Target. I clienti, quindi, potranno ordinare i prodotti del rivenditore impartendo un semplice comando vocale attraverso lo smartphone o un dispositivo Google Home. Una vera e propria rivoluzione, se si considera che per la prima volta l’enorme offerta di Walmart sarà presente al di fuori del suo sito web.
L’opportunità arriva dai big data
L’integrazione con Google, inoltre, permetterà al rivenditore statunitense di affidarsi ai big data per apprendere e monitorare i comportamenti e le abitudini dei clienti, nonché anticiparne le nuove tendenze emergenti. Tra queste, del resto, ci sarebbe proprio l’ascesa del cosiddetto shopping vocale, destinato a svilupparsi rapidamente nei prossimi anni. Google, dal canto suo, stima che già oggi circa il 20% delle ricerche da smartphone avviene tramite comandi a voce.
Il vantaggio di Amazon
Intanto, non tutti gli analisti ritengono che l’asse tra Walmart e Google sia davvero in grado di impensierire Amazon, almeno nel breve e medio termine. Dalle colonne del New York Times, per esempio, John Blackledge, esperto della società Cowen, ritiene che l’attenzione dedicata finora dai media all’accordo sia esagerata. A sopporto della sua tesi, infatti, ricorda che nel mese di luglio solo il 4% delle famiglie americane attive nell’ecommerce ha acquistato generi alimentari tramite Google Express, contro il 46% di Amazon Prime.