Per anni ha costruito la sua immagine su un’offerta esclusiva e qualitativamente superiore, non certo alla portata di tutte le tasche. Poi, quando gli stili di consumo hanno virato pressoché ovunque verso i prodotti bio e naturali, spingendo i rivenditori ad ampliare l’offerta nel settore, quel suo posizionamento premium è diventato un serio ostacolo al business. Tanto che, fino alla recente acquisizione, milioni di clienti gli hanno preferito competitor ben più convenienti, a cominciare da Kroger. Come però si attendevano gran parte degli analisti, esperti di Wall Street compresi, il matrimonio con Jeff Bezos segna adesso l’anno zero per Whole Foods. E, anzi, gli effetti sono già ben visibili dal giorno uno.
Scontrini più leggeri fino al 50%
Lo scorso 28 agosto, infatti, l’inizio dell’era targata Amazon è coincisa con un notevole taglio della battuta di cassa su numerosi prodotti, concretizzando così quell’idea di lusso democratico che il gigante ecommerce non ha mai nascosto di voler trasmettere alla sua catena fisica. “Siamo determinati a rendere accessibile l’alimentazione sana e bio – ha ribadito Jeff Wilke, numero uno di Amazon Worldwide Consumer -. A tutti dovrebbe essere possibile consumare i prodotti Whole Foods e noi abbasseremo i prezzi senza compromettere l’impegno storico dell’insegna per la qualità”.
Quali sono gli scenari futuri
La nuova politica low price coinvolge già diverse categorie. Dalle uova al pollo, passando per il burro di arachidi, i salmoni, le mele, gli avocado, le banane e i cetrioli. Molto presto, tuttavia, sarà ulteriormente estesa, in modo da rendere il player sempre più competitivo. Inoltre, i team tecnologici della società di commercio elettronico sono già al lavoro per integrare Amazon Prime nel sistema dei punti vendita di Whole Foods, permettendo così agli utenti di ottenere ancora altri vantaggi e agevolazioni, sia online che nei negozi. Con buona pace di chi ipotizzava difficoltà gestionali difficilmente superabili.
Non tutti gli avocado sono uguali
A proposito di avocado, la cui moda è ormai diventata un fenomeno globale, il prezzo è passato dai 2,99 a 1,49 dollari per la confezione generica. Quello delle mele Fuji , invece, da 3,49 a 1,99 dollari. E ancora, le confezioni da quattro di banane bio sono scese da 99 a 69 centesimi. Ribassi senza precedenti, insomma, che tuttavia, a una lettura più attenta, evidenziano anche una maggiore segmentazione dell’offerta. Non a caso, come sottolinea anche il New York Times, considerando sempre gli avocado, il prezzo della più pregiata varietà Calavo Organic Hass è rimasto invariato a 6,99 dollari per la confezione da quattro. Le altre, quelle scontate, non sono bio.