Orsetti gommosi, caramelle alla frutta, gelée, fruttini, ecc. Sono questi gli ultimi oggetti del desiderio di Ferrero, che ha annunciato l’acquisizione di Ferrara Candy, uno dei maggiori produttori di confectionary non a base di cioccolato degli Stati Uniti, accreditato di un fatturato di 1,25 miliardi di dollari (1,07 miliardi di euro) dal sito Candy industry che la pone al 19 posto mondiale nel settore nel 2017. Secondo questa classifica Perfetti Van Melle è undicesima mentre Ferrero è al terzo posto preceduta solo da Mondelez International e Mars. Non è stata resa nota la cifra pagata dalla società italiana al fondo di private equity americano L Catterton, legato alla famiglia Arnault della multinazionale del lusso Lvmh e proprietario dal 2012 della società ceduta.
Prosegue a grandi passi la marcia americana
Questa operazione, la più importante finora chiusa se si conta il fatturato che apporterà, arriva solo sette mesi dopo quella di Fannie May Confections Brand, uno storico produttore di cioccolato di alta gamma (anche col marchio Harry London) che è stato rilevato da 1-800-Flowers.Com per 115 milioni di dollari, e si inserisce nella strategia della multinazionale piemontese (ma con sede in Lussemburgo) di crescita sul ricco mercato americano, definito dal presidente Giovanni Ferrero come l’obiettivo numero uno della società nei prossimi anni. Nei mesi scorsi Ferrero era stata data tra le papabili per acquisire le attività nel settore confectionary messe in vendita da Nestlè, ma ora sembra che sia Hershey a poterla spuntare dopo che il suo matrimonio con Mondelez è fallito.
Quattro nuovi stabilimenti produttivi in Usa
Ferrara Candy ha il suo quartier generale a Oakbrook Terrace, sobborgo di Chicago (Illinois) dov’è stata fondata nel 1908 proprio da un italiano – Salvatore Ferrara –. Attualmente ha 16 marchi – tra i quali Black Forest Organic, Trolli, Bobs, Jujyfruits, e 24 tipologie di prodotti, sviluppati nel centro di ricerca di Bellwood (Illinois), preparati nei quattro stabilimenti del gruppo, di cui due in Messico, e distribuiti attraverso due piattaforme logistiche, che non subiranno ristrutturazioni. Peraltro anche Fannie May ha sede nei dintorni di Chicago (un sito produttivo nell’Ohio) e precisamente a Melrose Park, e la metropoli americana sta diventando un centro direzionale fondamentale per la multinazionale italiana, subito dopo Alba e il Lussemburgo, e dove la società ha aperto anche il suo primo Nutella Cafè.
La gestione sarà mantenuta separata
Con questa acquisizione incrementiamo la nostra offerta negli Stati Uniti – ha commentato il presidente Giovanni Ferrero – e vogliamo continuare a far crescere Ferrara, investendo nei marchi per sostenere piani di espansione, sfruttando gli impianti produttivi e centri di distribuzione statunitensi e creando opportunità per le sue persone di talento. La società sarà gestita in maniera separata dalle altre attività Ferrero, che ha appena inserito nel suo portafoglio americano anche i prodotti Tic Tac e Kinder Joy, l’ovetto con sorpresa compatibile con le severe norme in fatto di sicurezza americana. Con l’operazione Ferrara Candy il fatturato consolidato di Ferrero, guidata ora dal neo amministratore delegato Lapo Civiletti, potrebbe anche superare i 12 miliardi di euro, quando l’acquisizione sarà perfezionata e a regime.