La produzione di olio d’oliva è in ripresa, soprattutto grazie ai Paesi che solo da pochi decenni hanno investito sull’extravergine. È quanto affermano le previsioni sulla campagna olivicola 2017/2018, illustrate dal Consiglio Oleicolo Internazionale (COI) in occasione dell’ultimo Comitato Consultivo di Madrid.
La produzione (futura) di olio d’oliva
Nel dettaglio, lo scenario futuro delineato dal COI a Madrid vedrà la Spagna in testa alla “classifica” della produzione con 1.150mila tonnellate (in calo rispetto alla campagna precedente). L’Italia e la Grecia, invece, si attesteranno sulle 300mila tonnellate, nonostante i problemi di siccità dei due Paesi. Crescerà quasi del 60% la produzione del Portogallo con 110mila tonnellate. Fuori dall’Europa, il Comitato prevede ottimi risultati per i Paesi di recente vocazione olivicola. Fra gli altri c’è la Tunisia, con un’annata record da 220mila tonnellate. Ma la vera sorpresa, però, arriva dalla Turchia, che con 287mila tonnellate, non soltanto supererebbe un competitor forte come quello tunisino, ma si avvicinerebbe a Italia e Grecia. Bene anche il Marocco, con 120mila tonnellate (+10%), e l’Algeria, con 80mila tonnellate (+27%). La produzione mondiale di olio d’oliva, dunque, assisterà così a un incremento del 16% (pari a 2.961mila tonnellate), mentre i consumi aumenteranno del 5,3% (2.929.000 ton.) rispetto alla precedente campagna. Secondo il COI, gli italiani consumeranno 557mila tonnellate di olio d’oliva. Le previsioni confermano, ancora una volta, il deficit produttivo del nostro Paese. L’olivicoltura italiana non riesce a soddisfare la domanda del settore che, tra fabbisogno interno ed estero, ammonta a 1 milione di tonnellate. Anche quest’anno, dunque, saranno fondamentali le importazioni.
Non solo classifiche
Negli stessi giorni a Madrid si è tenuta anche una tavola rotonda dedicata all’analisi organolettica dell’olio d’oliva, che ha messo a confronto docenti universitari e rappresentanti di settore. Fulcro del dibattito sono state le prospettive offerte dalla ricerca per rendere sempre più efficaci gli attuali sistemi di verifica dell’autenticità degli oli. ASSITOL, l’associazione dell’industria olearia aderente a Confindustria, si è pronunciata in merito, auspicando una maggiore collaborazione tra scienza e aziende per rafforzare gli attuali metodi di controllo: Abbiamo ribadito che l’analisi sensoriale ha contribuito fortemente a migliorare i prodotti dell’industria olearia – spiega Andrea Carrassi, direttore generale dell’Associazione -. La ricerca è andata avanti e oggi abbiamo la possibilità di rendere più oggettivo questo metodo di analisi. la scienza ci aiuterà a controllare in maniera sempre più efficace la qualità e l’autenticità dei nostri oli, a garanzia del consumatore.