Considerando solo i numeri, lo scenario sembrerebbe tutt’altro che rassicurante per il leader globale della distribuzione. Oltre all’offensiva di Amazon, infatti, Walmart deve fronteggiare l’espansione dei discount tedeschi, pronti a sferrare un attacco senza precedenti al mercato statunitense. Aldi, del resto, intende inaugurare almeno 400 nuovi store entro il 2018, spendendo 1,6 miliardi di dollari per ristrutturarne altri 1.300. Tra meno di cinque anni, secondo i piani societari, potrà contare complessivamente su 2.500 negozi, grazie a un investimento pari a circa cinque miliardi di dollari. Lidl, invece, ha debuttato da poco negli Usa, ma dovrebbe già raggiungere quota 600 supermercati entro il 2022. Insomma, nel giro di un lustro i due discount potrebbero assicurarsi una fetta considerevole del market share, stimata dagli analisti intorno al 7% totale. Una performance che impatterebbe soprattutto su Walmart, considerato più esposto rispetto ai competitor di fascia alta. Eppure, c’è chi prevede una dinamica molto diversa.
I prezzi bassi (a volte) non pagano
Finora la strategia portata avanti da Lidl negli States sembra diversa rispetto al suo modello di business europeo. Si rivolge infatti a un target di consumatori più benestanti, generalmente però meno inclini a scegliere seguendo la leva del prezzo. Anziché attrarre la clientela di Trader Joe e Whole Foods – ha commentato Bruno Monteyne, noto analista di Bernstein -, compete per gli stessi shopper di Aldi e Walmart, con risultati insoddisfacenti.
Vince l’approccio multichannel
Il vero limite del discount tedesco, tuttavia, sarebbe quello di non avere una strategia multichannel, come invece gran parte dei rivali, che presidiano anche il canale online in maniera sempre più convinta. Un fattore, quest’ultimo, che penalizza pure Aldi, mentre al contrario favorisce non poco Walmart e la sua recente svolta verso l’e-commerce. Lo dimostra, per esempio, il lancio di una linea premium a marchio proprio che sarà commercializzata solo su Jd.com.
Le dimensioni contano
Dal canto suo, Aldi può contrappore prezzi più bassi, grazie a una proverbiale gestione dei costi e a un’offerta composta per il 90% da private label. Ma propone in tutto 1.400 prodotti, contro i 90mila di Walmart, che inoltre vanta una presenza capillare su tutto il territorio nazionale. Da Aldi e Lidl è quasi impossibile fare una spesa alimentare completa – ha evidenziato Brandon Fletcher, analista di Bernstein -. La quota dei due discount, dunque, aumenterà solo sugli articoli meno redditizi, lasciando campo libero ai big retailer per tutto il resto.