Le attività della ex Fjord di Busto Arsizio passeranno all’Agroittica lombarda, conosciuta a livello internazionale per il marchio Calvisius, che identifica il caviale di allevamento prodotto a Calvisano ed esportato in molti mercati internazionali. Si chiude così, con la creazione di un piccolo polo ittico che corre tra Brescia e Varese, una vicenda fallimentare che qualche mese fa aveva travolto una storica azienda del settore a capitale italiano, fondata nel 1969. Il fallimento di Fjord era stato dichiarato dal Tribunale lo scorso giugno, dopo il tentativo della proprietà – gli eredi del fondatore Francesco Pellin – di riportare in carreggiata la società per mezzo di un concordato preventivo in bianco presentato nel 2016. Ma il tribunale, che aveva inizialmente aperto a questa richiesta, a fine maggio di quest’anno aveva revocato l’ammissione su istanza dei creditori e della procura della Repubblica di Busto Arsizio, e la società è scivolata nel baratro finale. Poi l’arrivo di Agroittica che, in asta, ha rilevato lo stabilimento produttivo e logistico Fjord per 3,45 milioni di euro (la base d’asta era 2,65 milioni) con il fine di rilanciare l’attività.
“Cerchiamo la leadership nel salmone affumicato”
Agroittica lombarda, caviale a parte, produce salmone e altri prodotti ittici simili a quelli di Fjord e il suo arrivo a Busto Arsizio, spiega la società, servirà a rafforzare questo presidio produttivo grazie alle sinergie che si potranno creare e grazie alla valorizzazione del suo know how, per rafforzare la sua presenza sui mercati interno e internazionale. Agroittica – spiega il presidente della società Giovanni Pasini – vuole giocare un ruolo di leadership nell’area dei prodotti affumicati, in particolare in quella del salmone dove è già presente con i marchi Calvisius, Agroittica e Cavalier. Un mercato in continua crescita: i dati dei consumi stimano che il mercato italiano valga oltre 300 milioni di euro. Fjord, che è passata da 32 milioni di ricavi nel 2013 a 23 milioni nel 2015, per poi sprofondare nella crisi prefallimentare, si avvarrà dell’esperienza commerciale e la stessa rete di vendita di Agroittica, la quale potrà contare invece sulla capacità produttiva dello stabilimento del varesotto, nel quale dovrebbero essere riassorbiti subito 28 dipendenti su 62, mentre gli altri resteranno in cassa integrazione. Sarà interessante capire, adesso, come reagirannno le altre aziende del comparto a questa integrazione. Se, cioè, ci saranno altre operazioni straordinarie di rafforzamento, in un settore ancora piuttosto frastagliato e legato alle ampie fluttuazioni di prezzo della materia prima, com’era successo nel 2016 quando il prezzo del salmone era esploso.