E’ probabilmente “solo” una questione di qualità. O, secondo alcuni, nemmeno quella, soprattutto quando la scadenza tende a essere troppo rigida e viene quindi interpretata alla lettera anche per i prodotti secchi. Eppure, la sindrome del cestino facile, cioè la tendenza a gettare nella pattumiera il cibo che ha superato da poco la data di consumo consigliata, è una costante nei mercati occidentali. Tanto che non poche ricerche italiane (e non solo) hanno evidenziato come gran parte degli shopper interpreta la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” e quella “da consumare entro” praticamente allo stesso modo. Insomma, di fronte a un minimo timore legato alla sicurezza, magari solo psicologico, si decide quasi sempre per la soluzione drastica. Del resto, ogni anno nel Regno Unito finisce in discarica la quantità record di 110 chili di cibo per abitante. Sono 109 invece negli Stati Uniti, appena uno in più rispetto a quanto accade in Italia. Non va tanto meglio neanche in Francia, dove persino la legge anti-sprechi varata dal Parlamento e accolta come una svolta green storica, sembra avere limiti evidenti.
L’iniziativa della cooperativa britannica
Negli ultimi giorni, tuttavia, ha ottenuto un’ampia risonanza mediatica una mossa sperimentale di Co-op, cooperativa di consumatori britannici con quattro milioni di soci, che intende affrontare il problema alla radice, partendo proprio dai supermercati. La sua insegna East of England Co-op, che gestisce 125 negozi, ha proposto ai suoi clienti una vasta offerta di prodotti, dal cibo in scatola alla pasta ai cereali e alle patatine imbustate, tutti rigorosamente scaduti. O meglio, oltre la data “Best by”.
Sold-out in poche ore
L’intero assortimento, in vendita al prezzo stracciato di 10 centesimi, è andato a ruba in poche ore. L’iniziativa è destinata a continuare per almeno un mese, con alte probabilità di diventare poi a tutti gli effetti una consuetudine del rivenditore. Non a caso, il management esorta altre catene a seguire l’esempio, ribadendo che non si tratta affatto di una trovata “per fare soldi, ma per ridurre davvero gli sprechi”. Anzi sostengono che “la grande maggioranza dei consumatori ha colto al volo l’opportunità di risparmiare e consumare i prodotti preferiti”.
Aldi e Tesco non restano a guardare
Intanto, l’effetto a catena sugli altri competitor è già assicurato. Aldi, per esempio, ha annunciato che la viglia di Natale in tutti i suoi store del Regno Unito redistribuirà i prodotti invenduti alle organizzazioni di beneficenza locali. Il leader Tesco, invece, potrebbe presto ampliare un suo programma simile varato lo scorso febbraio.
Il caso della norvegese Best Før
In questo ambito, tuttavia, l’esempio più virtuoso è forse quello del supermercato norvegese Best Før, che a Oslo offre cibo oltre la data di scadenza e alimenti in eccesso, con prezzi estremamente bassi che riflettono l’età degli articoli. L’idea è diventata anche un portale online a disposizione degli altri retailer che intendono ricollocare velocemente i loro prodotti a rischio pattumiera.