I grandi formaggi italiani resteranno esclusi dalla tutela in Giappone. La notizia è stata diffusa da Assolatte, dopo la lettura dei contenuti dell’accordo sottoscritto tra il Paese asiatico e l’Unione Europea. Purtroppo sembra proprio questo il contenuto dell’accordo UE-Giappone siglato qualche settimana fa, ma reso noto soltanto ora – commenta Giuseppe Ambrosi, Presidente di Assolatte. Contenuto che prospetta un futuro tutt’altro che positivo per il nostro export di formaggi in Giappone. Tutti i formaggi italiani DOP inseriti nell’accordo risultano infatti oggetto di pesanti eccezioni, che, di fatto, consentono liberamente la loro imitazione.
Un danno per tutto il settore
In una nota Assolatte ricorda come fosse riuscita, non senza difficoltà e collaborando con le autorità nazionali ed europee, a far comprendere nell’accordo bilaterale ben 10 formaggi DOP italiani (sulle 19 IG casearie comunitarie inserite nell’accordo). Vale a dire il 100% dei formaggi DOP attualmente esportati in Giappone, nessuno escluso. Una fatica vanificata dai fatti. Altroché garanzie per i nostri formaggi nei mercati esteri! Le eccezioni, le deroghe e le proroghe che li accompagnano svuotano di significato l’intero sistema europeo delle Indicazioni Geografiche – prosegue Ambrosi. È un errore imperdonabile che danneggia il nostro settore e ci offende.
Tutela “solo sulla carta”
Conscia della necessità di un certo grado di flessibilità per poter arrivare, nei prossimi anni, ad una piena tutela dei formaggi italiani DOP, Assolatte aveva dato il suo via libera ad alcune eccezioni limitate e temporanee. Ma la lista delle IG resa pubblica dalla Commissione demolisce del tutto la protezione dei formaggi italiani, liberalizzando di fatto il fenomeno dell’Italian sounding. Saranno tutelati, ad esempio, i nomi composti Grana Padano e Pecorino Romano, ma chiunque potrà produrre o vendere un “grana”, un “padano” o un “romano” realizzato chissà dove e chissà come. Ma il vero ‘capolavoro’ di questa tutela solo sulla carta è stato raggiunto con il Parmigiano Reggiano. Un piccolo asterisco, infatti, chiarisce che la DOP è salva ma che chiunque voglia potrà registrare il marchio ‘parmesan’ nel mercato giapponese, in barba al riconoscimento della IG e a decenni di lavoro. I termini negoziati con il Giappone sono i peggiori mai conclusi dall’Unione Europea in un accordo commerciale – conclude Ambrosi – e costituiscono un pericoloso precedente. Speriamo che il Parlamento Europeo, chiamato a dare il suo via libera all’intesa, si ravveda. Attualmente sono in corso negoziati con la Cina e con i Paesi del Mercosur, sui quali Assolatte lavora con grande determinazione. E alla luce dell’esito del bilaterale con il Giappone, l’associazione auspica un maggior coinvolgimento ed una presenza più forte delle istituzioni italiane a sostegno di un settore strategico per l’export alimentare.