Un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Bari, in collaborazione con l’ICQRF, ha portato al sequestro di 13.500 ettolitri di succo d’uva da tavola venduto come mosto d’uva da vitis vinifera, cioè come prodotto idoneo alla produzione di Aceto Balsamico di Modena. Secondo il Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena si tratta non tanto di una sofisticazione alimentare, ma di una vera e propria frode in commercio finalizzata alla commercializzazione di un prodotto di valore economico decisamente inferiore a quello del mosto d’uva, idoneo alla produzione di prodotti di alta qualità come l’Aceto Balsamico di Modena.
Quando i controlli funzionano
E proprio il Consorzio esprime grande soddisfazione per l’operazione che, peraltro, risponde alle pressanti richieste di intensificare i controlli che abbiamo avanzato con insistenza e in diversi sedi a partire dalla scorsa estate quando iniziavano ad emergere i dati preoccupanti della campagna vendemmiale, afferma la Presidente Mariangela Grosoli, che vede in questa operazione la conferma del buon funzionamento dei sistemi di controllo pubblici e privati, portati avanti dalle autorità competenti insieme ai Consorzi di Tutela e agli Organismi di Certificazione. La frode non riguarda il nostro prodotto, ma il suo ingrediente principale, il mosto d’uva; infatti, il nostro disciplinare impone che l’Aceto Balsamico di Modena sia prodotto esclusivamente con mosto d’uva cotto o concentrato realizzato con uve di sette vitigni pregiati, mentre esclude categoricamente la possibilità di utilizzare succo d’uva da tavola o mosto proveniente da altri vitigni, aggiunge il Direttore del Consorzio di Tutela Federico Desimoni, che assicura: Attiveremo ulteriori controlli per approfondire e verificare quanto accaduto.
Le garanzie dell’etichettatura
Quindi un altro passo verso una garanzia sempre più globale e rassicurante. Una garanzia che può essere facilmente riconosciuta anche dalla sola etichettatura dei prodotti cercando, tra le altre informazioni, il simbolo comunitario delle DOP e delle IGP, come conferma il Direttore del Consorzio: Per rassicurare ulteriormente il consumatore possiamo ricordare che la cosa fondamentale è la consapevolezza e l’attenzione all’atto dell’acquisto: basta prestare attenzione alla denominazione del prodotto che deve essere completa, nel nostro caso, Aceto Balsamico di Modena, e poi cercare il marchietto tondo giallo e blu che attesta la certificazione come IGP (indicazione geografica protetta) dietro il quale si nasconde un sistema complesso e articolato di verifiche, controlli e certificazioni che sono la vera garanzia per il consumatore.