Alle prese con le nuove strategie low cost di Whole Foods, gli investimenti di Walmart nel digitale e l’ambiziosa corsa dei discount tedeschi, il rivenditore di Cincinnati ha bisogno di liquidità per rilanciare il proprio business. Una necessità che si è da poco tradotta nella cessione di 762 minimarket al gruppo britannico Euro Garages, specializzato nelle stazioni di rifornimento, per una cifra vicina ai 2,15 miliardi di dollari. Nell’affare rientrano le insegne Turkey Hill, Loaf ‘N Jug, Kwik Shop, Tom Thumb e Quik Stop, che lo scorso anno hanno generato un fatturato pari a circa 4 miliardi di dollari, di cui 1,2 miliardi derivanti dalla vendita di carburante. EG Group, che opera anche in Italia gestendo la rete dei distributori Esso, stabilirà la propria sede nordamericana a Cincinnati, conservando i nomi attuali dei brand. L’operazione, intanto, consentirà a Kroger di poter investire nuovi fondi nel suo programma Restock, mirato al restyling dei suoi 2.800 supermercati, potenziando la tecnologia in-store e il ricorso ai big data, nonché riducendo nel contempo i prezzi.
Acquisizione in vista?
Non è da escludere, intanto, che il rivenditore americano possa decidere di diversificare la sua strategia. Se infatti finora Restock ha contribuito alla ripresa del business, certificata dall’ultima trimestrale in rialzo e dalle performance positive del tiolo a Wall Street, la forte concorrenza di un player come Amazon potrebbe richiedere una svolta inattesa. Kroger, del resto, sarebbe già in trattativa per acquisire la piattaforma e-commerce Overstock, che vende articoli per la casa e per l’abbigliamento. Ciò significherebbe espandere i propri interessi oltre il grocery, sfidando direttamente Jeff Bezos. Oltre che Walmart.
I rapporti con Alibaba
Il vero colpo di scena, tuttavia, riguarderebbe una partnership strategica con Alibaba, già parzialmente confermata dalle parti. Sebbene non siano state fornite spiegazioni dettagliate, l’intesa dovrebbe prevedere il potenziamento della presenza di Kroger in Cina. Ma non mancano voci che, al contrario, svelerebbero un ipotetico interesse di Alibaba per acquisire la catena, irrompendo così in grande stile nel mercato americano. Sul piatto ci sarebbero almeno 50 miliardi di dollari.
Volano le vendite di prodotti bio
Intanto per il retailer americano le notizie migliori continuano ad arrivare dai prodotti biologici, che hanno raggiunto vendite a valore su base annua per oltre un miliardo di dollari. Si tratta, dati alla mano, di un quinto del giro d’affari registrato dal settore negli Stati Uniti. Tra i best seller ci sono banane, mele, fragole, more, mirtilli e insalate. Inoltre la pl Simple Truth, dedicata ai prodotti bio, naturali e free-from, ha raggiunto i due miliardi di dollari di fatturato.