Il Tar del Lazio dice no alle insinuazioni di pubblicità ingannevole del “Primadonna”, l’olio imbottigliato da Fiorentini per Lidl Italia, accusato dai Presidenti del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, di Unasco e di Unapol, di essere venduto come extravegine quando, invece, avrebbe avuto le caratteristiche di un vergine. Un assist agli operatori fraudolenti; una porta chiusa in faccia al mondo olivicolo italiano. Non hanno usato mezzi termini i Presidenti Gennaro Sicolo, Luigi Canino e Tommaso Loiodice per commentare la sentenza del Tar, che ha accolto il ricorso dell’insegna contro la multa da 550.000 euro inflitta dall’Autorità garante.
Condanna unanime
I Presidenti dei tre consorzi di Olivicoltori italiani più rappresentativi si uniscono in coro e parlano a voce unanime: Con questa sentenza rischia di passare il concetto che gli adempimenti formali prevalgano sulla effettiva genuinità del prodotto e che alterazioni e sofisticazioni, o la pubblicità ingannevole, non siano oggetto di tutela da parte delle istituzioni, disconoscendo di fatto gli elementi cardine della relazione produttore-distributore-consumatore. Occorre difendere le conquiste sul piano della trasparenza, dell’etichettatura e della genuinità. Vale per l’olio e per tutte le altre produzioni di qualità italiane che rischiano, ogni giorno, di essere cannibalizzate da prodotti “Italian sounding”. La sentenza rappresenta un pericolosissimo precedente giuridico. Bisogna aumentare gli strumenti di controllo e di verifica di genuinità, magari attraverso un sistema di tracciabilità di ogni singola bottiglia. Chiediamo alle forze dell’ordine di iniziare un controllo capillare sui punti vendita della Gdo.