Nonostante le condizioni metereologiche avverse abbiano provato a impensierirlo, il bilancio 2017 per l’agroalimentare italiano è positivo. A rilevarlo è il rapporto Agrosserva di Ismea relativo all’ultimo trimestre dell’anno da poco concluso.
Bene l’industria agroalimentare
A trainare la marcia dell’agroalimentare è stata soprattutto l’industria che, rispetto al 2016, beneficiando direttamente del buon andamento della domanda nazionale ed estera, ha segnato un incremento del +1,8% del valore aggiunto, del +3% della produzione industriale e del +1% degli occupati. Gli effetti delle avverse condizioni climatiche si sono fatte sentire riducendo il potenziale produttivo del 4,4% rispetto al 2016 (in termini di valore aggiunto). Ciò nonostante il numero delle imprese agricole è rimasto quasi invariato (-0,3% nel Registro delle imprese a dicembre 2017 su base annua). E aumenta sempre più il numero di quelle guidate da giovani con meno di 35 anni: 55.331, +5,6% sul 2016.
Volano l’export e i consumi alimentari
Se l’industria si comportata bene, l’export agroalimentare di alimenti e bevande non è stato da meno, chiudendo l’anno al livello record di 41 miliardi di euro: +6,8%, una crescita ancor più sostenuta di quella messa a segno nel 2016. Anche le importazioni di prodotti agroalimentari sono aumentate del 4,5%, sfiorando i 45 miliardi di euro. A completare il quadro della ripresa, infine, ci sono i consumi alimentari delle famiglie italiane, che dopo 5 anni di stallo, fanno segnare un +3,2%: secondo gli ultimi dati Ismea-Nielsen, infatti, i consumatori italiani nel 2017 hanno speso circa il 3% in più per i beni alimentari e il 4,6% in più per le bevande (alcoliche e analcoliche).