Molti ricorderanno quando Ségolène Royal, ex ministro francese, chiese ai suoi concittadini di resistere al richiamo della crema spalmabile più venduta al mondo, perché a suo dire colpevole di danneggiare l’ambiente e favorire la deforestazione. Una sortita infelice che si chiuse con le scuse pubbliche via Twitter, ed ebbe anzi l’effetto di far conoscere gli sforzi ecologisti di Ferrero, subito confermati anche da Greenpeace. Tre anni dopo, la Nutella in Francia è di nuovo al centro di diatribe e prese di posizione alquanto originali. E ciò non deriva affatto da una disaffezione dei consumatori verso il prodotto. Anzi, semmai è proprio il contrario. Solo qualche settimana fa, del resto, il ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha richiamato ufficialmente la catena Intermarché, responsabile di aver esagerato con le promozioni sui barattoli di Nutella.
Disordini nei supermarket
In effetti, il rivenditore aveva tagliato il prezzo del 70%, portandolo a 1,41 euro, contro uno scontrino medio attestato solitamente sui 4,5 euro. Questa sforbiciata temporanea, tuttavia, ha provocato lunghe code e addirittura risse nei supermercati, con tanto di contusi e video diventati virali. La stessa Ferrero ha stigmatizzato l’accaduto, dichiarando che la decisione di applicare lo sconto è stata presa unilateralmente da Intermarché, rischiando inevitabilmente di generare confusione e delusione nei consumatori.
L’intervento del ministero
La questione è comunque destinata ad avere un seguito politico e nelle aule di tribunale. L’agenzia antifrode del governo, infatti, ritiene che il retailer abbia violato le leggi sulla concorrenza e, pertanto, debba essere condannato al pagamento di una multa fino a 350mila euro. In realtà, la promozione riguardava anche altre categorie di prodotto, come caffè e pannolini.
Le polemiche dei nutrizionisti
Tra i cugini francesi, tuttavia, tiene banco anche la polemica sulla nuova campagna pubblicitaria della Nutella, rea di valorizzare troppo la qualità degli ingredienti, distogliendo al contempo l’attenzione dal valore nutrizionale e dal contenuto di zucchero. Secondo l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza sanitaria degli alimenti, dunque, questo approccio inciterebbe al consumo smoderato di dolci.