Il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo 2017 e l’accordo per il nuovo piano di regolazione dell’offerta. L’Assemblea dei consorziati si è tenuta a Parma la settimana scorsa e ha visto una grande partecipazione di tutte le province del comprensorio; 209 produttori, che rappresentano il 62% del totale dei caseifici. Il bilancio 2017 evidenzia una crescita record della produzione: un incremento del 5,2%, che corrisponde a 180.697 forme in più rispetto al 2016. Un record assoluto per il Parmigiano Reggiano che chiude il 2017 con 3.650.562 forme (contro le 3.469.865 dell’anno precedente). Sono conseguentemente aumentati i ricavi (27.342.237 contro i 23.037.945 del 2016) che derivano principalmente dai contributi che i caseifici devono versare al Consorzio per produrre le Dop.
Investimenti
Proprio per accompagnare questo sviluppo il Consorzio già dal 2017 si è dato da fare per trovare nuovi spazi di mercato, investendo in comunicazione per trasmettere al consumatore le distintività di prodotto. Nel 2017 gli investimenti in comunicazione hanno infatti superato i 15,2 milioni di euro contro i 12,6 milioni dell’anno precedente. Il mercato sta premiando il nostro lavoro, ma gli aumenti di produzione sono significativi e non possono non delineare un rischio di calo dei prezzi. La sfida che ci attende è quella di collocare il Parmigiano Reggiano sul mercato ad un prezzo remunerativo: nei primi mesi del 2018 abbiamo già riscontrato un ulteriore incremento della produzione, che porterà il numero delle forme a superare quota 3,7 milioni. Per questo motivo abbiamo presentato un piano di regolazione dell’offerta innovativo, semplice ed efficace che ci permetterà di crescere in modo razionale e con flessibilità, così da potere reagire prontamente ai cambiamenti del mercato ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano (nella foto). L’accordo preventivo approvato dall’Assemblea riguarda sia la modifica del piano 2017-2019, sia il piano 2020-2022 che seguirà le medesime direttive.
Le novità del piano di regolazione dell’offerta
In primo luogo è stata definita la ‘produzione di equilibrio comprensoriale’ (PEC) che corrisponde al livello produttivo al di sotto del quale il Consorzio non applicherà alcuna contribuzione aggiuntiva in caso di produzione superiore alle quote assegnate. Per l’anno 2019, così come per il triennio 2020-2022, la PEC base viene stabilita in 17,8 milioni di quintali di latte trasformato. Nel caso in cui il comprensorio superasse la PEC base, gli allevatori saranno soggetti ad una contribuzione aggiuntiva che sarà pari a 15 euro a quintale. Compare altresì la nuova figura del ‘grande splafonatore’: all’allevatore con uno splafonamento superiore al 20% rispetto alla quota assegnata verrà imputata una contribuzione unica pari a 25 euro al quintale. Un’altra importante novità riguarda la scelta del Consorzio di non applicare alcuna franchigia di esenzione contributiva per l’anno 2018. Gli obiettivi del piano produttivo sono sostanzialmente tre: rendere la regolazione dell’offerta più semplice ed efficace, frenare i grandi splafonatori con misure più severe, dare all’Assemblea la possibilità di intervenire sul piano anno per anno con flessibilità per accompagnare la crescita del comparto nel modo migliore ha concluso Bertinelli.