Solo un prodotto alimentare sprecato ogni 6mila prodotti alimentari; cioè lo 0,02% dell’intero stock, che passa per i Customer Fulfilment Centres di Ocado, dove il cibo fresco arriva direttamente dai fornitori e viene poi consegnato ai clienti in meno di cinque ore. Se il supermercato online britannico è considerato al top per l’efficienza del modello di business, tanto da reinventarsi come partner dei servizi tecnologici e logistici di tanti big retailer globali, lo stesso vale sicuramente anche per il suo approccio eco-friendly. In particolare, il player britannico può vantare i tassi di spreco alimentare più bassi del settore, avvicinandosi rapidamente al traguardo di annullarli quasi completamente. Un risultato senz’altro ragguardevole, ottenuto attraverso tecnologie avanzate, robotica e, non per ultimo, grazie all’utilizzo di un nuovo software che calcola su misura come imballare la merce, riducendo così danneggiamenti e sprechi. A ciò si aggiunge, ovviamente, una gestione ottimale della catena del freddo.
I numeri dello spreco
Ogni anno i britannici gettano nella pattumiera un quantitativo di cibo pari a 7,3 milioni di tonnellate, che corrispondono a circa 60 sterline mensili per ciascuna famiglia. Eppure, solo negli ultimi anni i principali rivenditori hanno iniziato a lanciare iniziative concrete per affrontare la questione. Merito delle associazioni ambientaliste, impegnate a recuperare e distribuire le eccedenze altrimenti destinate a finire in discarica. Ma non pochi esperti del settore scommettono per l’immediato futuro in un possibile effetto-Ocado, capace quindi di spingere l’intero comparto ad adeguare le proprie pratiche.
La mossa di Tesco
Tutte le principali insegne britanniche, del resto, hanno sottoscritto il Courtauld Commitment 2025, un accordo volontario per ridurre gli sprechi alimentari del 20% entro i prossimi sette anni. Tesco, intanto, da pochi giorni ha varato un programma su larga scala mirato proprio a favorire il riutilizzo del cibo. Attraverso l’app FoodClud, a fine giornata ogni suo punto vendita condivide con le organizzazioni benefiche locali quali e quanti sono gli alimenti in eccesso, favorendone la raccolta.
Le altre iniziative dei retailer
Co-op invece, dallo scorso dicembre ha iniziato a proporre nei suoi store cibo scaduto, o meglio oltre la data ‘best by’, incentivando gli acquisti con prezzi estremamente vantaggiosi. Aldi, inoltre, si è impegnata a dimezzare i propri rifiuti alimentari entro il 2030.