L’affare Sainsbury’s – Asda sembra destinato a cambiare inevitabilmente le carte in tavola nella GDO inglese. Forse molto più di quanto abbia fatto finora negli States l’acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon. Se infatti tutti i principali rivenditori stanno ripensando le loro strategie per restare competitivi ed evitare di subire il contraccolpo della fusione, questo nuovo scenario potrebbe presto innescare ulteriori movimenti societari. La pensano così non pochi analisti di settore, che si attendo a breve una mossa proprio dal colosso di Jeff Bezos, indiziato numero uno per ridefinire ancora una volta gli equilibri tra i top retailer. Nel mirino di Amazon, infatti, potrebbe esserci Morrisons. Un’operazione al momento non confermata dai management, ma che avrebbe tutti presupposti per concretizzarsi e garantire vantaggi a entrambi. I due player, del resto, sono già legati da una partnership che consente agli shopper di acquistare i prodotti a marchio della catena fisica attraverso i servizi Pantry e Prime. Insomma, qualora Amazon intenda sviluppare oltremanica il suo business nel grocery, come dimostra ormai da alcuni mesi, rilevare Morrisons darebbe la spinta decisiva al programma.
L’elefante nella stanza
Per adesso, secondo gli esperti britannici, Amazon mantiene il ruolo di elefante nella stanza, pronto in ogni momento a rovesciare a suo vantaggio i rapporti di forza. Non è da escludere, d’altronde, nemmeno che alla fine decida di virare su Waitrose, confermando altri rumors altrettanto insistenti nelle scorse settimane.
Il successo di Morrisons
Morrisons, da parte sua, continua però a mettere in mostra risultati più che positivi. Dopo otto trimestri consecutivi di crescita, infatti, l’insegna incassa l’apprezzamento dei suoi clienti anche per le nuove private label. A cominciare da Wonky, marchio low cost dedicato alla frutta e alla verdura dalla forma non convenzionale, che riduce gli sprechi alimentari. Inoltre, il suo duplice profilo da food maker e negoziante gli garantisce notevoli benefici.
La sfida è sui prezzi
Intanto, alle parole del Ceo di Sainsbury’s Mike Coupe, che ha annunciato un taglio del 10% sui prezzi dei prodotti alimentari di uso quotidiano quando sarà completata la fusione, è seguita subito la replica di Aldi e Lidl. I portavoce delle due catene hanno ribadito a chiare lettere che non temono alcuna concorrenza sulla battuta di cassa. Anzi sarebbero già pronti a confermare il divario, rispondendo colpo su colpo agli eventuali ribassi.