Cina, le strategie dei top retailer

Nel Paese asiatico i big della distribuzione cresceranno a un tasso doppio rispetto alla media del mercato. Ecco come stanno cambiando il loro business
Cina, le strategie dei top retailer

All’interno della grande distribuzione cinese i confini tra e-commerce, supermercati e ristoranti appaiono sempre meno definiti. Una tendenza al multichannel che nel Paese asiatico sembra persino più rapida rispetto a quanto avviene nei mercati occidentali, anche perché tutti i principali player investono ormai da diversi anni in questa direzione. Non a caso, secondo gli analisti di Igd Asia,  i top 10 retailer cinesi cresceranno nei prossimi quattro anni a un tasso doppio rispetto alla concorrenza, segnando un incremento del 10,4%, contro una media  complessiva del mercato stimata a +5,8%. Per la società di ricerche, a guidare la corsa dei colossi saranno diversi fattori, in grado appunto di rendere distintivo il loro approccio al business, evolvere la shopping experience e soddisfare le esigenze dei millennials. Eccone di seguito quattro:

Integrazione tra fisico e digitale

In questo ambito, in Cina i protagonisti sono ovviamente Alibaba e Jd.com, che intanto continuano a investire sui big data per assicurarsi un vantaggio competitivo, nonché personalizzare l’offerta e i servizi. Il modello vincente è rappresentato dalla partnership strategica tra Walmart e Jd.com, che ha consentito di lanciare la consegna a domicilio in un’ora da oltre 160 store. Ma promette bene anche Riso, il nuovo concept esperienziale di Bailian Group, che propone tra l’altro il catering.

Grocerant

Anche in Cina la ristorazione in-store è un trend in ascesa. Qui l’esempio migliore è il format Hema di Alibaba, che punta ad aprire circa 2mila negozi entro i prossimi tre-cinque anni.

Mini-store intelligenti

Diversi rivenditori stanno lanciando format smart dalle dimensioni ridotte, ideali anche per testare la domanda quando si entra in una nuova città. Su tutti emerge Auchan Minute, un negozio automatico da 18 mq, senza personale. La catena francese conta di inaugurarne 1.200 entro la fine di quest’anno.

Ripensare la marca del distributore

Se finora le private label erano considerate un’alternativa low cost alle marche industriali, ora i rivenditori hanno cambiato rotta e investono sulla qualità della loro offerta, costruendo un dialogo continuo con i clienti. Jia You Xian, etichetta privata di Carrefour, spinge per esempio sui concetti di sostenibilità e tracciabilità, coinvolgendo direttamente le aziende agricole fornitrici. Prevede, inoltre, di lanciare nuovi prodotti importati attraverso Socomo, la sua filiale specializzata in alimenti freschi.

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