Crescita record dei consumi mondiali di olio d’oliva nel mondo, che hanno fatto un balzo di quasi il 49% negli ultimi 25 anni cambiando la dieta dei cittadini in molti Paesi, dal Giappone al Brasile, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna alla Germania, sulla scia del successo della dieta mediterranea dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco. È quanto emerge dall’analisi di Coldiretti sugli ultimi dati del Consiglio Oleicolo Internazionale (Coi), che confermano il successo delle stile alimentare Made in Italy nel mondo in occasione di Cibus 2018.
I dati
Nel mondo sono stati consumati nel 2017 complessivamente 2,95 miliardi di litri d’olio d’oliva, la metà dei quali nei Paesi dell’Unione Europea. La vetta della classifica appartiene all’Italia con 557 milioni di litri, seguita dalla Spagna con 470 milioni di litri. Ma sul podio salgono a sorpresa anche gli Stati Uniti, con un consumo di ben 315 milioni di litri: quasi triplicati (+174%) rispetto a 25 anni fa. A sostenere la domanda mondiale sono certamente gli effetti positivi sulla salute associati al consumo di olio di oliva, provati da numerosi studi scientifici che hanno fatto impennare le richieste di quel segmento di popolazione mondiale attenta alla qualità della propria alimentazione. In Italia – spiega la Coldiretti sulla base di un’indagine Ismea – 9 famiglie su 10 consumano olio d’oliva tutti i giorni, secondo uno stile alimentare fondato sulla dieta mediterranea che ha consentito al Belpaese di conquistare primati mondiali di longevità. Tanto che la speranza di vita degli italiani è salita a 82,8 anni: 85 per le donne e 80,6 per gli uomini.
Consumi di olio d’oliva all’estero
La crescita nell’uso dell’olio d’oliva sulle tavole di tutto il mondo è avvenuta in modo vorticoso nel corso di una generazione anche in altri importanti Paesi. A partire dal Giappone, dove i consumi sono aumentati di 8 volte raggiungendo i 55 milioni di litri, mentre in Gran Bretagna si è registrata una crescita del 247,6% fino a 58,4 milioni di litri e in Germania l’incremento è stato del 359,7% fino ai 61,6 milioni di litri. Una rivoluzione nella dieta delle famiglie si è verificata anche in Paesi come il Brasile, dove l’aumento è stato del 313% per un totale di 60 milioni di litri, o la Russia con una crescita del 233% (anche se le quantità restano limitate a 20 milioni di litri), il Canada con 39,5 milioni di litri ed un incremento del 229%, e la Francia che con un progresso del 154% ha superato i 111 milioni di litri.
Importazioni
In Italia, a fronte di una produzione di 370 milioni di litri se ne importano 500 milioni, con i due terzi in arrivo dalla Spagna, che è anche il primo produttore mondiale con un miliardo di litri. A pesare è ora anche l’ondata di maltempo del 2018: almeno 25 milioni di piante di ulivo danneggiate dalla Puglia all’Umbria, dall’Abruzzo al Lazio, con danni fino al 60% in alcune zone particolarmente vocate e la richiesta di rifinanziamento del Piano olivicolo nazionale (Pon) da parte di Unaprol.