Negozi aperti nei festivi: un tema controverso, su cui la proposta di legge presentata dal Deputato 5 Stelle e Sottosegretario allo Sviluppo Economico Davide Crippa ha riacceso il dibattito. Se infatti il governo Monti aveva introdotto una sostanziale liberalizzazione delle aperture, il nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte si muove in una direzione diversa: fissare un tetto massimo di 12 aperture nei festivi durante tutto l’arco dell’anno. La nuova proposta di revisione della normativa ha aperto il confronto nel mondo del retail, con autorevoli voci sia fra i favorevoli che fra i contrari.
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OCCUPAZIONE E FATTURATO A RISCHIO?
Secondo le stime di Confimprese, a cui aderiscono i principali operatori del franchising e delle catene di distribuzione, il comparto potrebbe perdere 400mila posti di lavoro e il 10% del fatturato. “Alle imprese non resterebbe che licenziare in tempi rapidi, per non lasciare sul terreno perdite di fatturato e marginalità”, spiega il Presidente di Confimprese Mario Resca. Confcommercio si assesta invece su una posizione molto diversa:“La deregolamentazione totale degli ultimi anni non ha prodotto particolari effetti sui consumi e sull’occupazione, né ha incrementato la concorrenzialità del settore, peraltro già ampiamente liberalizzato da tempo”, dice il delegato per le Politiche del Commercio Enrico Postacchini.
COOP, OK A UN NUOVO EQUILIBRIO LAVORO/CONSUMO
Sul fronte distribuzione, l’apertura più significativa è venuta invece da Coop. Durante la presentazione dei risultati 2017 e delle prime stime per il 2018, il Presidente Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori) Stefano Bassi ha evidenziato come sia “necessario trovare un migliore punto di equilibrio tra le esigenze dei consumatori e quelle dei lavoratori”. Nello stesso appuntamento, anche il Presidente di Coop Italia Marco Pedroni ha ribadito che “le cooperative di consumatori sono imprese di persone, prima che di capitali (…) un soggetto collettivo leader di mercato e in grado di coniugare logiche economiche e responsabilità sociale”.
…CON ALCUNE PRECISAZIONI
In ogni caso, Coop non aderisce interamente al nuovo disegno di legge a firma 5 Stelle. L’idea sarebbe invece di ritornare alla norma che aveva ottenuto il via libera alla Camera nella scorsa legislatura – per poi fermarsi in Senato – e che prevedeva 12 giorni di chiusura con 6 di flessibilità per l’esercente.
CONAD, ATTENZIONE ALL’E-COMMERCE
Più dura la posizione di Conad, che in una nota ha specificato: “La legge approvata dalla Camera e attualmente giacente al Senato è già frutto di una mediazione, raggiunta con il doppio obiettivo di tutelare i diritti dei lavoratori da una parte, la concorrenza e la libertà d’impresa dall’altra. Fare un passo indietro rispetto a quanto già stabilito dalle norme in vigore, proprio in un momento in cui la distribuzione organizzata subisce la concorrenza sleale dell’e-commerce, significherebbe mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e privare i cittadini di un servizio prezioso”.
IL PUNTO DI VISTA DEI CONSUMATORI
Anche l‘Associazione dei consumatori Aduc teme che la proposta del governo vada proprio ad arricchire “le casse della miriade di commercianti online, aperti 365 giorni l’anno, 24 ore su 24″, togliendo invece ai consumatori “quelle libertà economiche che fanno libero, prospero e adulto un Paese”.
LA RISPOSTA DEI LAVORATORI
Sul fronte opposto, si sono invece dimostrate a favore della riforma le associazioni dei lavoratori come la Fisascat, sindacato di categoria della Cisl, da sempre contraria alle aperture domenicali che hanno creato “tanti disagi agli oltre tre milioni di lavoratori e lavoratrici del commercio al dettaglio e della GDO”.