Come cambia la prima colazione degli italiani

Aumenta la spesa per alimenti biologici, gluten free e integrali. Penalizzati i prodotti con olio di palma o ricchi di grassi e zuccheri. Debuttano nuovi ingredienti come quinoa, farina di mais e avena

Il nuovo rapporto degli italiani con il cibo si vede già dal primo pasto della giornata: la prima colazione non è più quella di pochi anni fa, perché sta cambiando sull’onda delle nuove tendenze alimentari. Cresce, infatti, la spesa per gli alimenti free from e per quelli rich in, per quelli destinati agli intolleranti al lattosio o al glutine, e aumenta, soprattutto, la preferenza per i prodotti biologici. A raccontare il nuovo menù del mattino in Italia è la terza edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, che ha analizzato le informazioni presenti sulle etichette di 54.300 prodotti alimentari di largo consumo posizionati nell’area della prima colazione e le ha incrociate con i dati delle vendite realizzate in supermercati e ipermercati di tutta Italia.

IL TREND SALUTISTICO

Da questo approfondimento è emerso che la prima colazione rispecchia le tendenze di fondo rilevate dall’Osservatorio Immagino nell’approccio degli italiani alla spesa alimentare. A cominciare dal salutismo, che spinge ad aumentare la spesa per i prodotti privati di componenti ritenute critiche (come grassi, zuccheri e olio di palma, ma anche lattosio e glutine) e per gli alimenti ricchi o arricchiti di sostanze benefiche, come le fibre, l’avena o il farro.

Composizione-prima colazione

PRIMA COLAZIONE ALL’INSEGNA DEL BENESSERE

L’attenzione a consumare una prima colazione sempre più improntata al benessere si legge anche nell’articolazione della spesa degli italiani, con categorie molto rappresentate e ben al di sopra della media del food & beverage. Come gli alimenti free from, che hanno raggiunto il 42,1% delle vendite nell’area della prima colazione: un’incidenza doppia rispetto alla media nazionale del food. Stessa situazione anche per gli alimenti biologici con il logo europeo in etichetta, che a colazione registrano un’incidenza due volte superiore rispetto alla media del settore alimentare e una crescita dell’8,3% nel 2017.

INTOLLERANZE ALIMENTARI

Sulla tavola della prima colazione sono ancora poco presenti, invece, i prodotti destinati a persone con intolleranze alimentari. Complessivamente nel 2017 hanno raggiunto il 12,2% di incidenza sulle vendite, con una crescita annua del 3,9%, ma hanno ancora una presenza inferiore alla media generale del food: la quota dei prodotti senza glutine è metà di quella che detiene nell’intero largo consumo alimentare.

FREE FROM E RICH IN

Le quote maggiori di budget sono destinate agli alimenti free from (42,1% di quota, in crescita del +3,8% rispetto al 2016). Seguono, con una quota del 16,1% ciascuno, i prodotti rich-in e quelli che sottolineano in etichetta la loro italianità (in crescita, rispettivamente, del 3% e del 1,1%). A completare il basket di spesa, i prodotti con bollini e certificazioni relativi a origine o sostenibilità (15,9% di quota, +2% di trend), quelli che richiamano in etichetta claim legati al mondo dei life style (12,8% di quota, +5% sul 2016) e, infine, quelli destinati a persone con intolleranze alimentari (12,2% di quota, in crescita del 3,9%).

Claim-prima colazione-Nielsen

I CLAIM PIÙ DIFFUSI

L’analisi dei claim più diffusi sulle confezioni dei prodotti per il breakfast vede al primo posto “senza olio di palma”, che ha raggiunto una quota a valore del 27,1% sulle vendite, seguito da “con fibre” (7,4% di quota, +4,6% annuo) e “integrale” (7,2% di quota, +4,3% di crescita annua). Nel corso del 2017 a crescere nelle vendite sono stati soprattutto gli alimenti con zucchero di canna (+17,2%), “senza olio di palma” (+13,1%), “senza zuccheri aggiunti” (+10,6%), con farina di riso (+9,8%), quelli “con pochi grassi” (+8,3%) e i biologici (+8,3%).

ARRIVANO I SUPERFOOD

L’altra novità nel mondo della prima colazione degli italiani è costituita dall’arrivo nel menù del mattino di alcuni superfood: sull’onda delle mode alimentari, della curiosità e della propensione a sperimentare nuovi alimenti dal vissuto salutistico, l’anno scorso è cresciuta la spesa destinata all’acquisto di prodotti contenenti avena, semi di lino e semi di chia, ma anche quinoa, zenzero, farina di mais e cannella.

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