I dati provvisori per il mese di luglio appena diffusi dall’Istat registrano un tasso complessivo di inflazione pari al +1,5% rispetto allo stesso mese del 2017. La risalita dell’indice dei prezzi è trainata principalmente dai beni energetici, sia regolamentati che non regolamentati, che passano dal +4,2% di giugno al +7,8% di luglio.
BENI ENERGETICI PIÙ COSTOSI
“L’aumento dell’indice dei prezzi rilevato a luglio non è determinato da una strutturale e generalizzata ripresa della domanda interna ma da fattori esogeni – commenta Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione. La dinamica positiva del prezzo del petrolio sta portando ad un inevitabile incremento dei beni energetici, che oltre a un effetto diretto sul tasso d’inflazione ne inducono anche uno indotto su tutti gli altri prodotti e servizi”.
INFLAZIONE E POTERE D’ACQUISTO
“Un andamento inflattivo di questo tipo erode il potere d’acquisto dei consumatori senza essere l’indicatore di una reale crescita del Paese, che continua a soffrire di uno sviluppo troppo debole e che rischia di rallentare nei prossimi mesi, come mostrano i dati odierni sulla dinamica del PIL nel secondo trimestre dell’anno – continua Gradara. “La prossima legge di bilancio deve essere l’occasione per gettare le basi di una seria e strutturale politica dei redditi, che possa ridare slancio ai consumi, il fattore principale in grado di innescare una solida crescita del Paese – conclude il presidente di Federdistribuzione.