Coca-Cola Company sta monitorando l’evoluzione dello sviluppo di bevande a base di cannabis, con il fine di produrre una bevanda funzionale che contenga il cannabidiolo (cdb), un principio attivo estratto dalla pianta che ha effetti rilassanti senza essere una sostanza psicotropa. La conferma arriva dalla stessa società, che sottolinea come “lo scenario sta evolvendo molto rapidamente”. Il partner scelto per lo sviluppo di questa nuova bevanda sarebbe la società canadese Aurora Cannabis, secondo quanto rivelato da Bloomberg. Aurora, quotata in borsa, ha messo a segno un rialzo del 16% sulla borsa di Toronto il giorno della dichiarazione di Coke. Da sottolineare che la società di Atlanta sbarcherà a breve nel mondo del caffè grazie all’acquisizione di Costa Coffee Group e sta testando in Giappone una bevanda alcolica per la prima volta nella sua storia.
COCA-COLA E IL PRECEDENTE DI CONSTELLATION
Al netto della facile ironia che si potrebbe fare su un gruppo che ha già fatto la propria fortuna nel mondo usando un derivato della coca (dopo la Coca-Cola vedremo forse la Cana-Cola?), bisogna sottolineare come Coca-Cola sia solo l’ultima di un gruppo di grandi major nel mondo delle bevande a studiare una possibile applicazione commerciale di un derivato della canapa, pianta per molto tempo demonizzate e che gode adesso, invece, di un consenso in veloce crescita nel mondo della ricerca, sia medicinale sia – più modestamente – del largo consumo. La prima società ad aprire un ponte tra mondo beverage e cannabis è stata l’americana Constellation Brands (maggior distributore di vino al mondo e produttore della birra Corona per gli USA), che aveva investito un anno fa 245 milioni di dollari canadesi per il 9,9% della società Canopy Growth corp., per poi portare la sua quota al 38% con un investimento di ben cinque miliardi di dollari canadesi (3,3 miliardi di euro). Una mossa che la pone all’avanguardia nel mondo del beverage in questa corsa alla canapa sativa tanto da essere considerata dagli investitori ormai più una “cannabis company” che non una “beverage company”.
LE (OTTIME) PROSPETTIVE DELLA CANNABIS
Constellation a parte, la dichiarazione d’intenti di Coke arriva dopo l’annuncio della joint venture tra Molson Coors, numero due della birra americana (marchi Coors, Miller ecc), e la canadese The Hydropothecary Corp per produrre una bevanda non alcolica a base di infuso di canapa per il mercato canadese (inizialmente), e quello di Heineken che attraverso il suo marchio californiano “craft” Lagunitas ha lanciato Hi-Fi Hops, una linea di bevande gassate con zero calorie contenenti thc, con o senza aggiunta di cannadibiolo, ovviamente destinata a quei mercati dove il consumo ricreazionale di cannabis non depotenziata è possibile. Anche Diageo, maggior gruppo mondiale degli spirits, ha confermato di essere in trattative con ben tre società canadesi della canapa per futuri sviluppi nel settore.
I MERCATI DI RIFERIMENTO
Tutte queste società sono accomunate dal fatto di vedere i loro mercati di riferimento in Occidente (carbonated soft drinks e birra) piatti da anni o cedenti, e dalla convinzione di poter rinvigorire la propria crescita sfruttando, nel settore del largo consumo: la canapa sativa, che gode di una rinnovata età dell’oro dovuta soprattutto ai suoi sviluppi in campo farmacologico. Che poi possa funzionare anche sul terreno ricreativo in una formulazione non aerosol – si potrebbe dire – è tutto da vedere ma nel frattempo i giganti del settore si stanno già sedendo tutti al tavolo da gioco.