Quali saranno i prossimi trend del mondo del vino? A svelarli ci ha pensato l’agenzia di food marketing Sopexa, che nel Wine Trade Monitor 2018 ripercorre il panorama globale di settore per tracciare le coordinate future. Il metodo utilizzato? interrogare gli operatori locali per raccogliere le loro percezioni, comprendendo (e anticipando) i trend dei prossimi due anni. Nel 2018, il Wine Trade Monitor si concentra su sei Paesi chiave: Belgio, Stati Uniti, Canada, Cina, Hong Kong e Giappone. Un totale di 781 professionisti (importatori, agenti, grossisti, distributori e pure player dell’E-commerce), di cui il 77% rappresentato da decisori chiave (AD, Sales Managers, Buyers), hanno risposto all’indagine online.
GLI IMPRESCINDIBILI DELLO SCAFFALE
Tra i vini più referenziati troviamo quelli francesi, ‘imprescindibili’ per il 92% degli intervistati. La Francia rimane l’origine più presente nel portafoglio degli operatori, davanti all’Italia (76%) e la Spagna (71%). In ascesa anche Cile, USA e Australia (indicati dal 45 al 56%). Secondo il 41% degli operatori di settore, quelli italiani saranno i vini che, entro il 2020, registreranno le migliori progressioni di vendita, in primis in Canada e in Cina: “I principali vantaggi commerciali dei vini italiani in Cina e in Canada – precisa Andrea Ferrero, Presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani– sono riconducibili a diversi aspetti: innanzitutto alla straordinaria ‘biodiversità’ dei vitigni; poi al rapporto qualità/prezzo eccezionale”.
LA REPUTATION NEL VINO
A livello di reputazione, per il 64% dei partecipanti all’indagine, è ancora l’origine Francia che segna la migliore performance, distanziandosi nettamente dai suoi concorrenti (l’Italia segna un 13% di preferenze). I vini d’oltralpe sono ancora reputati i migliori per “le grandi occasioni” o per fattori come “la capacità di rispondere alle attese dei consumatori”. Spagna e Cile si distinguono, invece, per “l’attrattività dei prezzi” e per l’essere “vini per tutti i giorni”, davanti all’Italia, che riporta buoni risultati nell’ambito “innovazione”. A proposito d’innovazione: se nei Paesi asiatici le etichette smart son ben accolte (per il 75% dei giapponesi e il 54% dei cinesi intervistati) per rassicurare sull’autenticità del prodotto, altrettanto non si può dire per l’America del Nord.
CATEGORIE TOP
Venendo alle categorie, il vino bio per la prima volta è nella top 3 dei più promettenti (per oltre il 35% degli operatori, escluse Cina e Hong Kong). La denominazione regionale (Bordeaux, Chianti ecc…) continua a far vendere e resta globalmente il driver di riferimento fino al 2020. Il Rosé continua a crescere, soprattutto in Nord America.