L’avvio del CETA continua a coincidere con ottimi risultati per le vendite di formaggi italiani in Canada. Nei primi 7 mesi del 2018, i volumi dell’export sono aumentati del 20%. “Una performance eccezionale – sottolinea in una nota Assolatte – che più di mille parole evidenzia le opportunità offerte dal CETA. Il trattato di libero scambio tra Canada e Unione Europea è entrato in vigore, in forma provvisoria, il 21 settembre 2017”. Con un contingente tariffario a dazio zero di oltre 5mila tonnellate (che diventeranno 8mila nel 2019) a disposizione dei Paesi comunitari, sono proprio gli imprenditori italiani ad approfittare maggiormente di queste nuove condizioni.
LE PERFORMANCE DEL DAIRY ITALIANO CON IL CETA
“L’importanza strategica di questo accordo per il settore lattiero caseario italiano è dimostrata dai numeri – commenta Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte –. Dall’entrata in vigore del CETA il nostro export in Canada è cresciuto costantemente, con risultati che fanno bene alle nostre imprese, al settore e a tutto il sistema industriale italiano. Gli accordi di libero scambio sono essenziali per aprire i mercati ai nostri prodotti, soprattutto a quelli identificativi del Made in Italy, e l’Italia non può e non deve rimanere indietro. Il commercio è globalizzato e le nostre imprese devono confrontarsi con i maggiori competitors: statunitensi, neozelandesi e australiani”.
EXPORT TRICOLORE IN CANADA
Anche dopo la sigla dell’accordo l’associazione sta lavorando per una sua piena applicazione, che consentirebbe di migliorare ulteriormente gli ottimi risultati raggiunti finora. “L’Italia è il primo fornitore caseario europeo del Canada – conferma Fabio Leonardi, consigliere Assolatte incaricato per l’export. Circa un terzo di tutte le esportazioni comunitarie verso il Canada parte dai nostri stabilimenti. Con buone probabilità, nel 2018 supereremo le 6.000 tonnellate. Le rilevazioni mostrano infatti un continuo incremento dei volumi, con alcuni formaggi che macinano crescite record. In particolare: la Mozzarella (+131%), il Gorgonzola (+81%), il Provolone e il Pecorino Romano (+62%), il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano (+8%)”. L’Italia è la quarta potenza europea sui mercati caseari mondiali e nel 2017 è stata superato la soglia dei 3 miliardi di euro di introiti derivanti dall’export di formaggi.