L’Associazione nazionale cooperative dettaglianti Ancd Conad è stata ascoltata ieri in audizione alla Camera presso la X Commissione Attività produttive e turismo in merito alle proposte di legge sulle aperture domenicali degli esercizi commerciali. Ai parlamentari Ancd Conad ha ribadito la sua contrarietà ad ogni ipotesi di riforma che preveda limitazioni rispetto alla normativa attuale. Riforma che, secondo l’insegna, avrebbe ricadute negative non solo sulle imprese che operano nella Grande distribuzione organizzata, con inevitabili conseguenze sull’occupazione, ma anche sui consumi e sul PIL del Paese.
CONAD E IL CONTRIBUTO DELLA DMO ALLO SVILUPPO
Conad ricorda, a questo proposito, il contributo fornito della Distribuzione moderna organizzata allo sviluppo del Paese e al sostegno delle imprese. Secondo le stime di The European House – Ambrosetti, il solo indotto della Dmo interessa 396mila lavoratori, per un valore aggiunto di 20 miliardi di euro e 6 miliardi di contributi versati. È invece di 63 miliardi di euro il valore indiretto creato dal settore (calcolato in basse all’impatto generato sui fornitori) , con 1,1 milioni di occupati e 17 miliardi di contributi versati allo Stato.
IL VALORE DELLE DOMENICHE PER CONAD
L’argomento delle chiusure domenicali riguarda da vicino anche il sistema Conad, che attualmente conta 3.149 punti vendita e 52.762 addetti, con un fatturato di 13 miliardi di euro (al 31 dicembre 2017 ). Su 3.149 punti vendita attivi, le aperture domenicali hanno riguardato, nel 2017, 1.334 negozi (il 42,3% del totale), richiedendo l’impiego di circa 25mila addetti, quasi il 47% del totale. Su 1.334 punti vendita attivi la domenica, 820 sono rimasti aperti solo al mattino, per corrispondere un servizio alla clientela ritenuto indispensabile. Il fatturato realizzato durante queste giornate ammonta a 1.476 milioni di euro/anno, che corrisponde all’11,3% del totale del fatturato 2017. Nello stesso anno il fatturato maturato la domenica è aumentato del 16%.
I CONTRATTI DI LAVORO
Sul tema del lavoro dei dipendenti, Conad sottolinea inoltre come nei propri punti vendita vengano applicati contratti di settore che regolamentano orari e turni di riposo. Ribadendo, a questo proposito, che l’articolo 141 del contratto del commercio prevede una maggiorazione per lavoro domenicale del 30% sulla quota oraria della normale retribuzione. La maggiorazione è onnicomprensiva e non cumulabile. Lo stesso contratto nazionale prevede deroghe affidate alla contrattazione integrativa territoriale o aziendale, ma sempre per trattamenti economici di miglior favore. Le indagini condotte nelle ultime settimane hanno riscontrato del resto da parte dei consumatori un alto apprezzamento nei confronti delle aperture domenicali. “Non si comprende pertanto l’urgenza di una norma che, oltre che ad avere effetti negativi sui consumi e su un comparto economico di primaria importanza per il Paese, priverebbe i cittadini di un servizio che considerano utile, e in certi casi necessario” conclude Conad in una nota.