Un nuovo marchio di ortofrutta premium si affaccia sulla scena commerciale della grande distribuzione. E’ La Grande Bellezza Italiana, nato dall’accordo tra sei aziende del settore che hanno creato una rete d’impresa per rafforzare la loro presenza competitiva in un mercato molto frammentato e sbilanciato verso i grandi acquirenti. Una forma di partnership imprenditoriale inedita nel settore dell’ortofrutta, ma non in altre realtà da cui è stata mutuata. L’obiettivo dichiarato dai soci è quello di mettere in comune esperienza e know-how in una società di scopo di maggiori dimensioni, che abbia maggior presa sul mercato. E di dare vita a un’organizzazione che risponda meglio alle esigenze del retailer contemporaneo, che in un interlocutore unico individua importanti opportunità di gestione e ottimizzazione degli acquisti, semplificando di conseguenza anche la propria gestione logistica.
LE IMPRESE PER LA GRANDE BELLEZZA ITALIANA
Il lotto dei partecipanti è eterogeneo e va da aziende private quali l’emiliana Bergonzoni Frutta e le venete Perusi e Odorizzi alla cooperativa Coofrutta di Villafranca di Verona. Fino a due Organizzazioni di produttori (O.P.): la Joinfruit di Verzuolo nel cuneese e la Geofur di Verona. A fare da sintesi tra queste anime, specializzate in coltivazioni tra loro diverse che abbracciano praticamente tutta la produzione di frutta italiana, dalle mele alle arance, passando per le pere, pesche, susine e uva (ben cinque prodotti IGP tra l’offerta) e centrate su cinque bacini regionali diversi (Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Puglia e Sicilia, per un totale di 16 piattaforme di lavorazione) è il neo presidente Antonio Cipriani, che ha raccolto e sviluppato l’idea di questo progetto da Odorizzi, che ne è stato il motore.
UN SALTO DI QUALITÀ
“La creazione di questo progetto – ha sottolineato Cipriani – segna un vero e proprio salto di qualità per un comparto dalle grandi potenzialità non ancora espresse compiutamente: questo significa offrire al mercato un assortimento di assoluta eccellenza sostenuto da un modello di business e di sviluppo totalmente innovativo. Siamo convinti, infatti, che l’innovazione non sia appannaggio solo dei mercati hi-tech, ma possa trovare terreno fertile, è il caso di dirlo, anche nelle attività legate alla nostra terra”.