Benvolio 1938, la quarta generazione si racconta

Materie prime top quality, filiera integrata e innovazione hanno reso l’azienda il primo player italiano degli oli di semi bio

“Soltanto conoscendo a fondo la materia prima si possono realizzare prodotti di altissima qualità”. È questa la vision che guida Benvolio 1938, una delle più importanti aziende olearie italiane specializzata nella produzione di oli di semi e d’oliva biologici e convenzionali. Forte di un’esperienza nel settore maturata in più di 80 anni d’attività, oggi il player guida la classifica degli oli di semi bio“Rappresento la quarta generazione della famiglia – spiega il Direttore Generale di Benvolio Marco Dal Sassoe porto avanti una tradizione che, dal 1938, si rinnova con la stessa passione delle origini e una finalità ben chiara: realizzare degli oli di semi buoni avendo il controllo totale sulla filiera, dal seme alla tavola, passando per lo sviluppo di nuove cultivar. L’obiettivo? Riuscire a portare i nostri oli biologici del benessere nelle case degli italiani e nel mondo, rendendoli mainstream senza penalizzare la qualitàÈ su queste basi che, dallo scorso anno, abbiamo siglato una joint venture con The Organic Factory: tra i maggiori oleifici biologici in Europa, con una capacità di approvvigionamento di 100.000 tonnellate annue di semi”.

FILIERA INTEGRATA

Gli oli Benvolio 1938 provengono da una filiera biologica integrata verticalmente che, partendo dal controllo sulla materia prima, arriva fino al prodotto a scaffale. L’approvvigionamento dei semi è garantito grazie alla partnership con il big player del bio The Organic Factory: sia sulle coltivazioni indirette, come quelle di lino ad Altamura in Puglia, sia su quelle dirette, come ad esempio gli 80.000 ettari di proprietà in Kazakistan, principalmente destinati al girasole, lino e colza.

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Campo di coltivazione di girasole in Kazakistan

L’azienda è anche dotata di un campo prova in cui vengono ricreate le condizioni climatiche ideali per i vari semi che viene curato dal Reparto di ricerca e sviluppo.
Leggi l’intero reportage a pag. 40 del numero di Dicembre di Food

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