L’olandese Rabobank ha analizzato le previsioni dei prezzi relative a più di 15 prodotti agroalimentari negli Stati Uniti. Commodity, ma anche carne e pesce. Alcuni fattori sono conosciuti – tra questi l’andamento del valore del dollaro, attualmente al massimo da 18 mesi – ma altri, come le più complesse forze geopolitiche in atto, sono in costante mutamento. Salvo sorprese nel prossimo futuro – come una tregua nella guerra commerciale tra l’amministrazione Trump e la Cina o una rapida ratifica e approvazione da parte del Congresso del nuovo accordo commerciale proposto tra Stati Uniti, Canada e Messico – è probabile che l’incertezza caratterizzi il contesto economico negli USA anche nel 2019. E l’industria alimentare americana non reagirà con entusiasmo ad un ulteriore grado di imprevedibilità. Il che, dazi permettendo, potrebbe rappresentare un’opportunità in più per l’export agroalimentare italiano.
AUMENTI IN VISTA PER I PREZZI ALIMENTARI NEGLI USA
Alti e bassi del mercato americano alimentano dubbi sul fatto che sia un buon momento per investire e stanno convincendo produttori, fornitori e retailer a non esagerare con nuovi prodotti, o a ritardare l’offerta sugli scaffali. E non ci si può aspettare che i consumatori abituati a pagare prezzi relativamente bassi per alcuni prodotti alimentari, in particolare per le commodity, accolgano con favore l’idea di pagare di più. Diverse grandi multinazionali alimentari come Mondelez, Hershey, Nestlé, Unilever e Coca-Cola hanno annunciato l’intenzione di aumentare i prezzi per compensare l’aumento dei costi di ingredienti, spedizione e trasporto. I consumatori potrebbero non essere così disposti ad accettarlo, mentre gli investitori magari si accontenterebbero di rendimenti più bassi per mantenere i prezzi relativamente stabili. Ma produttori e retailer non godranno di questo lusso. Alcuni dovranno aumentare comunque i prezzi per coprire i continui aumenti dei costi.
GUERRA COMMERCIALE: I SETTORI A RISCHIO
I margini nell’industria alimentare americana sono già stretti, e la crescente concorrenza ha alimentato una guerra dei prezzi che sta esercitando una pressione ancora maggiore. Se l’analisi Rabobank si rivelerà corretta, c’è il rischio di problemi di approvvigionamento per alcuni articoli. I settori della carne suina e del pollame, ad esempio, potrebbero essere particolarmente colpiti. Colpa della peste suina africana e dell’influenza aviaria, che rischiano di avere un impatto negativo sulla percezione e la domanda dei consumatori. “I produttori alimentari devono affrontare un insieme di rischi – ha detto Justin Sherrard, l’esperto di strategia globale di Rabobank per le proteine animali – e anche se è possibile che non tutti si realizzino, occorrerà essere preparati ad un 2019 difficile”.