Dall’inizio di questo mese è entrata in vigore in Francia la norma che impone ai distributori di vendere i prodotti a prezzi superiori almeno del 10% rispetto a quelli di acquisto. Una misura che, secondo il ministero dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, riguarda circa il 7% dell’offerta alimentare, sinora proposta con sconti particolarmente aggressivi, spesso finalizzati solo ad attrarre i consumatori. Dunque, anticipando in parte la prossima Direttiva comunitaria sulle pratiche sleali, le promozioni legate al food non possono superare il 34% del prezzo di vendita finale. Inoltre, devono avere un’incidenza massima del 25% sul volume totale commercializzato. Tutto ciò dovrebbe aiutare a prevenire gli sprechi, nonché consentire una migliore remunerazione per la filiera agricola. Le catene, tuttavia, devono adempiere all’impegno di bilanciare i margini senza modificare il prezzo complessivo del paniere. Non certo un proposito di facile attuazione, viste anche le sfide strutturali che dovrà affrontare l’intero settore, alle prese con quelle che Moody’s definisce come vere e proprie minacce al suo modello di business.
FRENANO I CONSUMI
L’agenzia di rating, infatti, ha evidenziato che lo scorso anno le vendite a valore nel largo consumo sono aumentate solo dell’1,5%, a fronte di un tasso d’inflazione pari all’1,8% e un Pil in crescita dell’1,5%. Un chiaro segnale, secondo Moody’s, che le condizioni operative del mercato sono destinate a diventare sempre difficili, anche perché all’orizzonte ci sono vecchie nuove incognite.
IPER ANCORA IN AFFANNO IN FRANCIA
Tra queste spicca il continuo calo delle vendite negli ipermercati, canale che veicola rispettivamente il 52% e il 25% delle entrate di Carrefour e Casino. Per Moody’s si tratta di una dinamica destinata a incidere in maniera pesante sulla redditività dei player, visto che gran parte dei costi degli iper, come l’affitto e gli stipendi, sono fissi.
I LIMITI DEL CANALE ONLINE
L’ascesa dell’e-commerce, poi, rappresenta un ulteriore freno per i ricavi dei rivenditori tradizionali, a causa dei costi elevati di consegna e logistica. Ma a fornire altri elementi di preoccupazione è l’evoluzione dei comportamenti degli shopper.
AVANZANO I NEGOZI SPECIALIZZATI
Una ricerca di Kantar, infatti, sottolinea che il 56% dei francesi ormai diffida della vendita al dettaglio di massa. Inoltre, i clienti benestanti si stanno sempre più orientando verso negozi specializzati, soprattutto nel biologico, come Grand Frais. E, al contrario, la competizione sul prezzo premia Aldi e Lidl.