Meno zuccheri e più business: il mercato dei soft drink (bevande analcoliche gassate, piatte e tè freddo) cerca il rilancio attraverso la strada del ‘less is more’. I principali player del comparto sono tutti allineati nell’alleggerire (se non azzerare) i quantitativi di zucchero nelle loro ricette, prediligendo gli ingredienti premium e i sapori autentici. Tuttavia il comparto, che nell’anno terminante a gennaio 2019 ha sviluppato volumi totali per oltre 1 miliardo e mezzo di litri (-3,0%), stenta a riprendere quota: il trend è stabile a valore (+0,1%, 1.631.942.817 euro fatturati in totale), ma il prezzo medio aumenta (0,93 centesimi di euro/litro) e la pressione promozionale resta elevata (35,6% di media, con picchi del 41,1% nel segmento cole). Tra le bevande piatte si salva in calcio d’angolo il tè freddo. Il principale contributore del segmento, con quote dell’84,9% a volume e del 75,8% a valore, cresce dell’1,5% a valore e pareggia i volumi del 2017; anche in questo caso l’allargamento assortimentale è all’insegna del premium.
SOFT DRINK, L’ALTA GAMMA SI RAFFORZA
La saturazione dell’offerta e una stagione estiva ‘tiepida’ nelle temperature sono tra le principali cause individuate dalle aziende come responsabili di un andamento poco esaltante. Tuttavia le opportunità per contrastare il generale calo dei consumi dei soft drink degli ultimi anni sono state individuate nelle potenzialità delle bevande premium ‘più naturali’, sempre più richieste e ambite dai consumatori. Dalle cole alle aranciate, dalle bibite piatte alla frutta ai tè freddi la partita dell’innovazione si gioca nell’alta gamma puntando su ingredienti top quality (prevalentemente italiani), aromi naturali, ricette low-calories e bio. Non a caso i lanci di prodotto delle principali aziende vanno in questa direzione: la bevanda biologica al caffè ‘Cold Brew’ di Achillea (Divisione Bio di Ponti); il restyling della linea Passione Italiana di Acqua San Benedetto (quattro gusti con ingredienti selezionati e frutti italiani, Clementina, Limone, Chinotto e Gassosa) il SanTHÈ menta e lime di Acqua Sant’Anna(senza glutine, conservanti è coloranti); le tante nuove proposte sugar free di Coca-Cola (anche nel tè freddo con Fuzetea); l’EstaThè Verde Bio di Ferrero, la prima referenza biologica dell’azienda che ha debuttato sul mercato la scorsa estate; la linea Bio di Sanpellegrino (Aranciata, Aranciata Amara e Limonata biologiche), con arance e limoni 100% italiani biologici, zucchero grezzo di canna biologico e aromi naturali d’arancia e limone; La Nostra Limonata di Lurisia, una bibita premium con le tre fioriture del limone.
BARTENDER FAI DA TE
In perfetta sintonia con l’innalzamento qualitativo del profilo organolettico delle bevande, un’altra tendenza che da qualche anno si sta facendo largo nel mercato, è il fenomeno della mixology, che vede l’utilizzo delle bibite per la creazione di cocktail originali tra le mura domestiche. La volontà d’incentivare il consumatore nell’uso di queste bevande d’alta gamma (quasi sempre confezionate in vetro, sinonimo di una qualità più elevata) per i ‘cocktail home made’ è anche una delle leve del marketing più utilizzate dai produttori, sia nel punto vendita sia nell’advertising in generale. Anche il trade si allinea: alcuni retailer, infatti, riservano spazi ad hoc e/o scaffali a questo tipo di bevande, per attirare il consumatore alto spendente e aumentare il valore della categoria.