I frequenti contatti con il ras varesino di Forza Italia Nino Caianiello – attualmente in carcere – e un’ammissione dell’imprenditore Piero Enrico Tonetti davanti ai pm del Dipartimento distrettuale antimafia (Dda) di Milano che stanno indagando sul giro di tangenti lombarde che ha toccato anche il governatore della Regione Attilio Fontana, sono costati l’iscrizione nel registro degli indagati a Paolo Orrigoni, l’imprenditore della grande distribuzione a capo del gruppo di famiglia Tigros.
La notizia è stata anticipata dal Corriere della Sera lo scorso sabato e confermata oggi in ambienti giudiziari. L’accusa per Orrigoni è quella di corruzione, relativamente a una somma di 50 mila euro che sarebbero stati pagati a una piccola società di consulenza nell’ambito dopo la variante al Piano di governo del territorio (Pgt) di Gallarate, che avrebbe permesso a Tonetti di modificare la destinazione di un suo fabbricato da industriale a commerciale per poi cedere l’area Tigros, interessata a costruire un superstore da 2500 metri quadri. La somma contestata, in realtà, sarebbe dovuta arrivare ad Alberto Bilardo, consigliere d’amministrazione della Accam, una società pubblica consortile che opera nei comuni dell’alto milanese finito in carcere per i suoi legati col dominus Caianiello.
Per Orrigoni, già candidato della Lega al comune di Varese nel 2016 (non fu eletto al ballottaggio), i guai non finiscono però qui: secondo quanto può rivelare Food l’imprenditore è indagato anche dalla procura di Busto Arsizio con l’accusa di “induzione indebita”. Un fascicolo che si aggiunge a quello milanese e che complica, evidentemente, la situazione del businessman varesino della grande distribuzione, a capo di un’insegna da 700 milioni circa di ricavi, oltre 60 punti di vendita, e una strategia di crescita aggressiva sul territorio.
Orrigoni, che non è stato ancora interrogato dai pm di Milano si dichiara “sereno” in una nota ufficiale emessa da Tigros. “L’imprenditore è comunque sereno – si legge dalla stampa – poiché fin d’ora deve essere ben chiaro che né Paolo Orrigoni personalmente né Tigros hanno mai corrisposto, direttamente o indirettamente, alcuna utilità indebita ad un pubblico ufficiale in relazione ad operazioni immobiliari compiute o da compiere nel comune di Gallarate. Naturalmente il dottor Orrigoni è a disposizione degli inquirenti per ogni chiarimento e il suo legale si recherà nei prossimi giorni in Procura per manifestare ai pubblici ministeri la totale disponibilità in tal senso”.