Nonostante se ne sia parlato e scritto molto, dell’operazione Conad-Auchan si sa ancora poco. I protagonisti hanno finora fornito pochi dettagli su un’acquisizione storica per il mercato italiano. Partiamo allora da un dato noto sin dal primo momento: il perimetro dell’accordo firmato dalle due parti non comprende la rete in franchising che fa capo ad Auchan, composta da oltre 1.200 punti vendita. Il gruppo francese ha ceduto infatti tutte le sue attività dirette (46 iper e 230 super), tranne i 50 drugstore Lillapois e soprattutto i 33 supermercati siciliani, destinati presumibilmente a un operatore regionale. Il nome che circola con più insistenza è quello di Gruppo Arena. Il dato è in verità scontato, visto che Auchan non poteva certo vendere ciò che non le appartiene. Ma potrebbe ora Conad preservare l’unità della rete, stringendo accordi in particolare con i grandi master franchisee? In via teorica sì, ma i problemi pratici sono notevoli. Innanzitutto Conad non utilizza di base la formula del master franchising. E poi le sovrapposizioni territoriali rappresentano un ostacolo difficile da aggirare e che pare anzi in qualche caso destinato a crescere. Il riferimento è alla trattativa in corso tra Apulia Distribuzione – master franchisee di Auchan attivo in Puglia, Basilicata, Calabria e Molise – e la messinese Gi.Cap. che avrebbe già presentato istanza di concordato preventivo ed opera in Calabria e Sicilia, regioni presidiate anche da Conad. Ovviamente ogni caso andrebbe valutato a sé, ma per esempio con quale cooperativa Conad dovrebbe interloquire Etruria Retail, master franchisee senese, visto che nelle sue aree di azione principali – Toscana e Umbria – operano rispettivamente Conad del Tirreno e Pac 2000A?
L’IPOTESI SIMPLY
Fermo restando che non è da escludere che Conad riesca ad assorbire parte della rete in franchising di Auchan, proviamo ad analizzare uno scenario suggerito – in verità come semplice ipotesi di lavoro – dalle parole di Giorgio Guasco, Presidente di Centro 3A. E cioè che Auchan consenta ai master franchisee di continuare a utilizzare l’insegna Simply. Il tema sarebbe stato sollevato nel corso dei contatti avuti nei giorni scorsi e – in base a quanto risulta a Food – la dirigenza di Auchan Retail Italia non avrebbe escluso nulla a priori, mostrandosi anzi possibilista. Anche qui, però, le difficoltà paiono quasi insormontabili. Innanzitutto è evidente che la scelta competerebbe alla casa madre francese: la cessione delle attività italiane rientra in una riflessione più ampia che Auchan sta facendo sulla propria presenza internazionale, come dimostra l’analoga mossa fatta in Vietnam. In secondo luogo, il mantenimento dell’insegna Simply preserverebbe la distintività della rete, ma non risolverebbe due problemi ben più gravi: gli acquisti e la marca del distributore. Su entrambi fronti c’è bisogno di sinergie e massa critica che da soli i master franchisee di Auchan, per quanto ben consolidati sui territori di appartenenza, non possono generare. Non stupisce quindi che l’operazione messa a segno da Conad abbia innescato un effetto domino, con molti gruppi distributivi interessati ad accogliere l’altra metà di Auchan.