Legame profondo con il territorio d’appartenenza e innovazione continua. Il successo per Inalpi, l’azienda lattiero casearia fondata dalle famiglie Invernizzi e Barattero a Moretta (Cn) nel 1966, non può prescindere da queste linee guida. Dalla prima produzione avviata, quella del burro, a oggi l’evoluzione aziendale è stata costante ed esponenziale e spesso ha anticipato i trend di mercato: basti pensare alla creazione, nel 2009, della prima (e ancora unica) torre di sprayatura in Italia per la produzione di latte in polvere o ai recenti successi dei primi Formaggini Bio e delle prime fettine di formaggio fuso da latte 100% piemontese.
Ogni giorno in azienda arrivano 500 tonnellate di latte fresco raccolto da circa 400 allevamenti piemontesi. “L’innovazione per Inalpi è sempre stata prioritaria – conferma Giovanni Invernizzi, Direttore di produzione e membro del CdA –. Ultimamente ha riguardato sia gli impianti produttivi sia le ricette. Per avere il controllo totale sulle produzioni abbiamo poi acquistato il caseificio di Peveragno che, tra le altre referenze, ci dà la possibilità di realizzare ‘in casa’ tutte le materie prime per la preparazione dei Formaggini e delle FettAlpine”.
IL FORMAGGINO DIVENTA BIO
Lista d’ingredienti cortissima, materia prima biologica e rigorosamente piemontese sono i tratti distintivi del Formaggino Bio di Inalpi, che ha portato innovazione all’interno del mondo del formaggino a partire dall’ingredientistica. Si parte dalla preparazione della cotta: toma biologica prodotta a Peveragno, burro bio da panna fresca di centrifuga e latte biologico di filiera. Il composto semi-liquido ottenuto viene poi trasportato in caldaia, tramite apposite tubature che evitano qualsiasi forma di contaminazione. Qui viene cotto e sterilizzato.
Leggi l’intero reportage sul Dossier Formaggi di Giugno 2019 di Food, con approfondimenti su:
- La linea produttiva dei Formaggini Bio
- Le FettAlpine
- Il caseificio di Peveragno
- L’intervista al Presidente Ambrogio Invernizzi