Rapporto ICE, il Paese può ripartire dall’export

È stato presentato a Napoli il 33esimo rapporto dell’agenzia e l’Annuario 2019 Istat-ICE. Per le imprese italiane è ora di affidarsi a innovazione e sostenibilità
Rapporto ICE, il Paese può ripartire dall’export

La sfida dell’innovazione e l’importanza della tecnologia blockchain. Ma anche l’esigenza di fare sistema e riaffermare l’importanza dell’export come driver fondamentale per la crescita economica del Paese. Il tutto, lavorando su digitalizzazione e sostenibilità, senza dimenticare il ruolo dei giovani. Sono queste le principali tematiche emerse a ieri a Napoli, nel corso della presentazione del XXXIII Rapporto ICE e dell’Annuario 2019 Istat-ICE, alla presenza, tra gli altri, di Carlo Maria Ferro, Presidente dell’Ice, Michele Geraci, Sottosegretario allo Sviluppo Economico, e Luigi Di Maio, Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico. Dai dati diffusi, emerge che nel 2018 le esportazioni sono cresciute dell’1,9% e le importazioni del 2,3%. Il rapporto export/Pil è oggi del 32,1%, in linea con Spagna e Francia, ma inferiore alla Germania. Intanto, la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci è leggermente diminuita, passando da 2,92% a 2,85%, a fronte di un aumento del commercio globale espresso in prezzi correnti del 9,8 per cento.

IL FOOD TRA I TOP PERFORMER

Il settore dei prodotti alimentari, delle bevande e del tabacco ha registrato un giro d’affari pari a 35 miliardi di euro, con un peso del 7,6% sul fatturato totale. Il solo comparto alimentare, invece, è cresciuto del 6,7% rispetto al 2017. Nel complesso delle esportazioni, Germania e Francia si confermano i principali mercati di sbocco delle vendite di merci italiane, con quote pari, rispettivamente, al 12,6% e al 10,5 per cento. Seguono gli Stati Uniti (9,2%), davanti a Spagna (5,2%) e Regno Unito (5,1%).

DOMINANO LE AZIENDE DEL NORD

A livello nazionale, considerando sempre il dato totale, si evidenzia la frattura Nord-Sud, con l’88,5% delle esportazioni italiane proveniente dalle regioni del Centro-Nord. Mentre dal Mezzogiorno ne proviene solo il 10,6%. La sola Lombardia pesa per il 27,4%, Veneto ed Emilia-Romagna sono al 13,7 per cento.

IL TREND GENERALE RESTA POSITIVO

Nonostante un contesto del commercio mondiale caratterizzato da dinamiche frenanti – ha spiegato Carlo Maria Ferro, Presidente dell’ICE -, l’export italiano è aumentato del 16,9% nel periodo 2008-2018. Ciò sebbene il Pil italiano, a fine anno scorso, fosse ancora del 3,1 per cento inferiore al pre-crisi. Inoltre, nei primi mesi del 2019, secondo dati Istat, la crescita dell’export italiano è stimata del 4% sull’analogo periodo dell’anno precedente”.

DE NIGRIS PUNTA SUL PATRIOTTISMO ALIMENTARE

All’evento era presente anche Armando De Nigris, Presidente del Gruppo De Nigris. “Dobbiamo ricaricarci di patriottismo alimentare – ha commentato nel corso di una tavola rotonda sul tema dell’export come driver di crescita del Mezzogiorno -. L’Italia viene considerata ovunque costruttrice del bello. Eppure abbiamo la sindrome di Meucci. Del resto, siamo il Paese della pizza, ma a livello mondiale tutti conoscono Pizza Hut, che è americana. Facciamo il caffè, con una storia impareggiabile, e in Italia sbarca Starbucks. Quindi non dobbiamo piangerci addosso, ma ripartire dai nostri giovani, aiutandoli ad avere delle iniezioni di fiducia, di patriottismo, affinché siano orgogliosi di essere italiani”.  

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