Dal primo gennaio 2018 è in vigore il via libera di Bruxelles e per la loro effettiva commercializzazione manca solo l’autorizzazione dell’Efsa. Dopo anni di studi e discussioni, la commercializzazione degli insetti commestibili sembra prossima a diventare realtà anche nel Belpaese. Tanto che già numerose aziende, come Italian Cricket Farm, sono attive in questo settore. Mentre cresce anche il numero dei progetti di ricerca dedicati, a cominciare dal Maic, che coinvolge tra gli altri diversi istituti universitari. Di sicuro, l’attesa affermazione di grilli, bruchi, larve di api, locuste e quant’altro nell’industria alimentare è sostenuta da nuove interessanti scoperte sulle loro caratteristiche nutritive. Oltre a rappresentare una svolta ecofriendly per il comparto del food, infatti, alcuni insetti vanterebbero proprietà organolettiche tali da poterli ritenere dei veri e propri superfood. Almeno potenzialmente. Lo scorso anno, per esempio, una sperimentazione clinica dell’Università del Wisconsin-Madison ha scoperto che mangiare grilli contribuisce a migliorare il microbioma intestinale.
LE CONCLUSIONI DEGLI SCIENZIATI
Negli ultimi giorni, stanno riscuotendo ampia risonanza a livello internazionale le conclusioni di un team di ricercatori dell’Università di Teramo, che ha analizzato gli estratti di 14 insetti edibili. Lo studio, pubblicato sulla rivista specializzata Frontiers in Nutrition and Sustainable diets, evidenzia in particolare che il baco da seta, la cicala gigante e il bruco africano hanno fino al doppio dei valori antiossidanti dell’olio. Mentre le cavallette e i grilli ne contengono fino a cinque volte in più rispetto al succo d’arancia fresco.
IL CLAIM SUPERFOOD DA CONFERMARE
Insomma, oltre a essere un’ottima fonte di proteine, acidi grassi polinsaturi, minerali, vitamine e fibre, gli insetti sarebbero più ricchi di antiossidanti rispetto ai cibi funzionali classici. “Ma non è possibile dire che siano superfood – spiega Mauro Serafini, autore principale della ricerca -. Ciò perché lo studio è stato condotto in vitro e si tratta di una potenzialità del cibo. Ora bisognerà, con nuove ricerche, capire l’effettiva biodisponibilità degli antiossidanti, valutando cosa succede nell’organismo dopo averli mangiati”.
LE PROSPETTIVE DEL MERCATO
Un recente rapporto di Barclays stima che il mercato globale degli insetti, per il consumo da parte di essere umani e animali da fattoria, crescerà del 24,4% all’anno nel prossimo decennio. Entro il 2030, quindi, raggiungerà un giro d’affari pari a otto miliardi di dollari. Intanto, tra i big retailer più attivi nel settore spicca Carrefour. Il rivenditore francese in diversi mercati europei, a cominciare dalla Spagna, propone un vasto assortimento di snack a base di insetti. Inoltre, Sainsbury’s e Ocado commercializzano con successo i croccanti grilli arrostiti prodotti dall’azienda londinese Eat Grub.