Si alzano i toni di scontro tra i maggiori azionisti di Ki Group, la firma storica del biologico italiano controllata dalla Bioera dell’imprenditore Canio Mazzaro attraverso la Biofood Italia. La situazione aziendale della società presieduta dalla senatrice Daniela Santanchè non è certamente semplice dopo le pesanti perdite del 2018, pari a 7,3 milioni di euro su 35,8 milioni di euro di ricavi, e le manovre societarie che ne sono seguite per allontanare, almeno momentaneamente, una ricapitalizzazione. Le perdite, dovute a 8,4 milioni di euro di svalutazione di alcune controllate della società, avevano portato in rosso per 4,9 milioni di euro il patrimonio netto ma, stando alle comunicazioni della società, il conferimento delle attività operative di Ki Group holding a una newco interamente controllata avrebbe fatto emergere un maggior valore (grazie all’avviamento?) in grado di riportare in positivo il capitale nel 2019.
DUBBI SULLA CONSISTENZA DEL CAPITALE
E proprio questo passaggio è stato oggetto di uno scontro, durante l’assemblea per l’approvazione del bilancio, tra gli azionisti di maggioranza e il socio di minoranza Idea Team, che per bocca dell’avvocato Giacomo Baselica ha fatto mettere a verbale i suoi dubbi su come sia stato ricostituito il patrimonio senza versamenti dei soci. Ma la battaglia, come emerge dal verbale depositato, non si è fermata solo a questo aspetto. Idea Team, realtà del biologico che era proprietaria del 27% circa delle quote prima di cederle quasi tutte esercitando il diritto al recesso dopo la ristrutturazione delle attività, ha contestato anche la svalutazione delle controllate non comprendendone la ratio visto che la società ha confermato che sono strategiche per il futuro. È stata contestata anche l’iscrizione di alcuni crediti che sarebbero di natura erariale ma che non risulterebbero essere tali, così come l’insufficienza dei fondi rischi rispetto alle pretese del Fisco.
IN CDA PIÙ NESSUN AMMINISTRATORE IDEA TEAM
Anche l’esclusione della lista di amministratori per il rinnovo del consiglio d’amministrazione di Ki Group, presentata da Idea Team è stata oggetto di scontro. Il socio di minoranza ha esercitato il diritto di recesso (era presente in assemblea solo con l’1,9% dei titoli) ma le sue azioni non sono state saldate da Ki Group, che al momento non ha la liquidità necessaria a far fronte al pagamento (l’offerta in opzione sul mercato di queste azioni è andata pressochè deserta) e sulla base di questo ritiene di poter ancora esercitare il diritto di voto. Facoltà esclusa dalla società che non ha ammesso la lista Idea Team in quanto attualmente la sua partecipazione non raggiunge il 10 per cento. Il nuovo cda è quindi tutto espressione della maggioranza con la conferma della Santanchè come presidente e il ritorno del commercialista milanese Davide Mantegazza, che si era dimesso prima dell’assemblea sul bilancio ma che tornerà in cda subito dopo.
IL NODO DELL’OPZIONE
La battaglia di Idea Team potrebbe spingersi fino all’impugnazione della delibera assembleare? Leggendo in controluce la nota messa a verbale non è escluso che lo faccia. Le ampie critiche alla gestione dell’attuale cda derivano dal fatto che questa società ha in mano un’opzione cosiddetta “call” per acquisire il pacchetto di maggioranza di Ki Group, ad un multiplo pari a 8,5 volte il margine operativo lordo (1,8 milioni di euro nel 2018). Ma l’insieme di manovre societarie negli ultimi mesi, e il peggioramento dei conti per la crisi di vendite avrebbero avuto come effetto quello di allontanare i due grandi soci. Idea Team eserciterà l’opzione? Nulla è ancora scritto, ma la storia prossima di Ki Group potrebbe riservare altre sorprese.