Guai a parlare di crisi. In un mercato del latte fresco in flessione, Granarolo va in controtendenza e la scelta di puntare forte sulla valorizzazione della filiera italiana, riportando al centro il latte, mostra i primi (brillanti) risultati. È quanto conferma Il Consiglio di Amministrazione di Granarolo Spa che, riunitosi sotto la presidenza di Gianpiero Calzolari, ha approvato la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2019: Il fatturato è stato pari a 664 milioni di euro (+2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente); l’Ebitda del Gruppo si è attestato a 32,5 milioni di euro, pari al 4,9% dei ricavi (in linea con lo stesso periodo del 2018); l’Ebit, 12,7 milioni di euro, è aumentato del 6%; bene anche i ricavi dell’attività all’estero che sono stati di 206 milioni di euro (+2,4%); infine, il risultato netto dell’esercizio registra un utile pari a 6,4 milioni di euro.
GRANAROLO CRESCE SU PIÙ FRONTI
L’incremento più significativo dei volumi deriva dall’aumento della vendita di latte, dei formaggi e degli snack. “Nel primo semestre 2019 – si legge nella nota – ci siamo concentrati sulla valorizzazione della filiera italiana riportando al centro il latte. Una nuova campagna di comunicazioneha reso protagonisti i nostri 600 allevatori, tutti certificati sul benessere animale, e una promozione sul Latte Fresco Alta Qualità e Latte Fresco Piacere Leggeronel formato da 1 litro a 1,39€ ha consentito il recupero di importanti volumi.
Nel contempo è stato esplicitato un impegno in termini di sostenibilità attraverso un piano a tre anni con tre obiettivi importanti: benessere e sostenibilità ambientale alla stalla, riduzione significativa della plastica, un piano anti-spreco in sinergia con le istituzioni per allungare la durabilità dei prodotti lattiero caseari. Da quando abbiamo avviato la campagna, i volumi di vendita sono tornati a crescere, invertendo il trend. Nonostante un mercato latte in flessione di 3,3 punti percentuali, Granarolo ha incrementato la propria quota di mercato di 2,1 punti, raggiungendo una quota del 21,4 (latte fresco, dati a volume – fonte: Iri Infoscan I+S+LSP, Giugno 2019)”.