Mutti, raddoppieremo l’export puntando sull’Europa

In occasione dei 120 anni dell’azienda di famiglia, Francesco Mutti racconta plus e obiettivi di un gruppo che continua a crescere a doppia cifra puntando su qualità, innovazione e sostenibilità
Mutti, raddoppieremo l’export puntando sull’Europa

“120 anni di passione per il pomodoro” recita il payoff di un compleanno aziendale importante, che Francesco Mutti ha scelto di celebrare lasciando parlare i fatti: oltre un secolo di ‘ossessione per la qualità’ ha portato il gruppo emiliano a essere presente in 95 paesi, con un fatturato netto consolidato di 308 milioni di euro nel 2018, in crescita del 16.7% rispetto all’anno precedente. Una crescita a doppia cifra che, sottolinea Mutti, “è ancora più significativa per una realtà come la nostra che ha già il 30% di quote di mercato in Italia”.

CRESCITA A DOPPIA CIFRA ANCHE OLTRECONFINE

E se si sposta lo sguardo oltreconfine, i risultati sono, se possibile, ancora più incoraggianti. Crescita a doppia cifra anche sui mercati internazionali dove il gruppo realizza già il 33% del fatturato totale, ma si sta attrezzando per raddoppiare la percentuale, rafforzando la leadership soprattutto sul mercato europeo. “Nel 2018 il nostro brand si è confermato numero uno in Europa – spiega Mutti -, con una quota del 10.6% (+0.6 punti vs 2017), più di due volte superiore a quella del maggiore concorrente. E abbiamo raggiunto lo stesso primato a valore in sette paesi europei: Francia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Slovenia (oltre ovviamente all’Italia), con importanti consolidamenti in Svezia (16.2% quota a valore, + 2.4 punti vs. 2017), in Norvegia (20.9% e +1.7 punti) e Finlandia (23.3% e +1.4 punti). Anche la Germania ci ha dato grandi soddisfazioni confermandoci secondi sul mercato”. Sorprese positive anche fuori dal perimetro europeo, con la crescita costante in Australia e Usa e in altri paesi chiave come Canada e Israele.
“Al di là della leadership numerica, che è sicuramente importante, il nostro obiettivo più ambizioso è affermare, in Italia e all’estero, la nostra leadership qualitativa – chiosa Mutti -: vogliamo essere il marchio nel quale il consumatore riconosce un’indiscussa superiorità di prodotto”. Da qui gli investimenti in innovazione, materie prime, accordi di filiera, ma anche in risorse umane e comunicazione.

LA POLITICA DI REMUNERAZIONE E IL POMODORINO D’ORO

Un esempio per tutti, la politica di remunerazione dei fornitori: Mutti paga per i pomodori, nel Nord Italia, un prezzo che è in media del 16% più alto del prezzo medio di mercato. Nel Sud Italia questo differenziale arriva fino al +30% rispetto al prezzo base di acquisto della filiera. Non solo. “Da quasi 20 anni, assegniamo il ‘Pomodorino d’Oro’ – spiega Mutti – un premio che valorizza l’impegno degli agricoltori che raggiungono un livello qualitativo eccellente nella loro produzione”.
Uno sforzo che, prevedono in Mutti, è destinato a essere sempre più premiato in futuro da consumatori che, anno dopo anno, accentuano l’interesse e l’attenzione alla qualità di ciò che portano in tavola, alla trasparenza della filiera, alla sostenibilità sociale e ambientale dei produttori. “Ci agevola il fatto di avere sempre privilegiato una visione lungo periodo – aggiunge Mutti –, incentrando i nostri piani di sviluppo su valori che vanno ben al di là del ritorno economico immediato”. Un punto, questo, pienamente condiviso da Verlinvest, il partner finanziario che ha consentito a Mutti di ingranare una marcia più alta sul fronte della crescita. “Senza Verlinvest non avremmo potuto acquisire Copador (che oggi è Pomodoro 43044) né investire in questo stabilimento altri 40 milioni di euro – conclude Mutti -. Così come non avremmo avuto la spinta necessaria per affrontare in modo deciso il processo di internazionalizzazione. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare un eccellente shareholder, che viene dal mondo industriale e non finanziario e condivide con noi la convinzione che per costruire un progetto rilevante e di qualità occorre fare un lungo percorso”.

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