Il nuovo volto di Caffè Motta

Dal restyling di pack e formati all’aumento della produttività, si apre un nuovo corso per l’azienda. L’obiettivo? Imporsi in Italia e conquistare i mercati esteri

Un nuovo stabilimento produttivo all’avanguardia di 36.000 metri quadri in cui si fondono antichi saperi e nuove tecnologie, la sapienza artigiana nella torrefazione del caffè e la stessa passione di sempre: è questa la miscela speciale che Caffè Motta offre ai suoi partner e ai consumatori. Il 2019 rappresenta un nuovo inizio per l’azienda della famiglia Mastromartino, dagli anni Sessanta alla guida di una storia italiana in cui il protagonista assoluto è il caffè, in tutte le sue forme: in chicchi, macinato in polvere e monoporzionato in capsule o in cialde, il core business aziendale.

La linea di confezionamento del Caffè Motta macinato in polvere

“Ho sempre creduto che le storie di successo nascano da solide fondamenta – afferma Manuel Lucchetti, Direttore Commerciale di Caffè Mottae l’inaugurazione del nuovo stabilimento di Salerno parla proprio di questo: di un’azienda che ha deciso di puntare sull’innovazione, cambiare pelle, senza però mai perdere di vista il suo passato. Contestualmente abbiamo rinnovato tutti i pack, che devono parlare di noi, di un’azienda che vende caffè macinato. Ad oggi registriamo ottimi risultati sul monoporzionato, con una crescita a doppia cifra del 12% nelle cialde.
La nostra penetrazione sul mercato è in aumento, sicuramente anche per merito del restyling dell’intera gamma. Stiamo guardando anche con molto interesse all’estero: abbiamo rinforzato il presidio dei mercati europei e abbiamo chiuso da poco un accordo con un importante retailer russo. Tutto ciò non può che essere di buon auspicio per il futuro della Caffè Motta”.

L’ARRIVO DEL CAFFÈ CRUDO E LA MISCELAZIONE

L’oro verde che dà vita alle varie creazioni firmate Caffè Motta è di due varietà, Arabica (chicchi ovali, caffè aromatico, dolce) e Robusta (chicchi tondi, caffè amaro, corposo, con note di cioccolato), e proviene dai paesi della fascia equatoriale compresa tra i due tropici. A Salerno arriva in sacchi da 60 kg e lo start produttivo avviene con il passaggio nella macchina depuratrice: un ‘percorso’ attraverso 64 filtri che ripuliscono i grani crudi da ogni impurità. Adesso la materia prima è pronta per essere tostata, ma prima deve passare dalla torre esterna (22 metri di altezza per 14 di lunghezza), il centro di smistamento delle varie fasi di produzione: questa contiene 36 silos di stoccaggio in tutto, metà per il caffè verde/crudo e metà per il caffè tostato. È sempre qui che, tramite automazione da remoto, vengono realizzate le varie miscele per la tostatura.

1/3
2/3
3/3

La miscelazione è il momento creativo per eccellenza in cui si stabiliscono le percentuali di Arabica e Robusta per raggiungere un determinato equilibrio aromatico, armonizzando il gusto, l’aroma, il corpo e il livello di acido-amaro.

Leggi l’intero reportage su Food Ottobre 2019, con approfondimenti su:

  • Le varie fasi della filiera produttiva e le potenzialità del nuovo impianto di Salerno
  • I progetti di espansione dell’azienda, in Italia e all’estero
  • L’intervista all’Amministratore Unico Nicola Mastromartino
© Riproduzione riservata