L’operazione di concentrazione tra Conad e Auchan passa ufficialmente sotto il vaglio dell’Antitrust, che ha deciso di aprire formalmente un’istruttoria a qualche mese dalla chiusura dell’affare. Le delucidazioni inviate dalle società coinvolte all’Autorità tra maggio e settembre di quest’anno non hanno convinto i commissari a fornire il via libera alla pratica, che entra ora in una fase di vaglio puntuale e specifico su due temi: le potenziali restrizioni dell’offerta al consumatore e le dinamiche di approvvigionamento – attraverso le centrali d’acquisto – con i produttori. Come di consueto i commissari cercheranno di comprendere se ci sono effettivi problemi di concorrenza e come intende superarli la cooperativa guidata dall’amministratore delegato Francesco Pugliese, acquirente della catena francese attraverso la società veicolo BDC Italia. L’autorità ha fissato anche le tempistiche: 10 giorni di tempo alle due entità per presentare le proprie delucidazioni in merito e 45 giorni per completare il procedimento.
CONCORRENZA A RISCHIO IN BEN 147 MERCATI LOCALI
L’Autorità non è stata morbida con Conad, sia dal lato dell’offerta al consumatore sia da quello dell’approvvigionamento. L’Antitrust ha infatti rilevato bel 147 “mercati locali” (definiti come spazi fisici che permettono di raggiungere i punti di vendita in 20 minuti) dove ci sarebbero problemi di concentrazione post fusione tra le due reti. Conad, giova ricordarlo, ha acquisito 269 punti di vendita di varie dimensioni, cui si sommano 49 negozi dati in affitto a terze parti. In quasi un caso su due, quindi, la concentrazione tra le due insegne crea una situazione meritevole di approfondimento. Nella sua analisi l’Antitrust non ha inserito le centinaia di punti di vendita a marchio Simply, Sma, MyAuchan ecc… gestiti in franchising da alcuni importanti master franchisee, tre dei quali hanno già deciso di migrare verso altre insegne.
ROMA E BRESCIA E LA FASCIA ADRIATICA LE ZONE PIÙ PROBLEMATICHE
Nella sua disamina l’autorità ha suddiviso i mercati locali secondo la tipologia del format, e quindi superette, supermercati e ipermercati. I mercati locali suscettibili di determinare sovrapposizioni orizzontali significative sono 17 per le superette, con problematiche importanti di concentrazione soprattutto nelle province di Fermo, dove si raggiungerebbero anche quote di mercato cumulate del 60-65%, Roma, Sondrio e Ferrara. Il mercato dei supermercati rappresenta il capitolo più ampio, con 92 mercati locali che hanno problemi potenziali di restrizione dell’offerta: i maggiori incagli sono in provincia di Roma e in quella di Brescia. A seguire le province di Pesaro Urbino, Ancona, Pescara, Macerata. In due casi – a Rimini e a Pesaro – la quota cumulata potrebbe toccare fino all’80% nei rispettivi mercati locali. Il capitolo ipermercati (superfici oltre i 2500 mq secondo l’Antitrust) interessa i punti di vendita in 38 mercati locali con problemi sempre a Brescia, Roma, Napoli, Pescara e in parte della Sardegna. In un mercato locale romano si raggiungerebbe addirittura il 100% delle quote e in uno del napoletano l’85 per cento. Giova ricordare che l’Antitrust, ai fini della delimitazione dei mercati locali, prende come considerazione base le interazioni tra categorie di format tra loro immediatamente contigue sotto il profilo dimensionale.
UNA CENTRALE DA 24% DI QUOTA
Con riguardo ai mercati dell’approvvigionamento, e quindi alle centrali d’acquisto, la quota post merger di Conad, che opera già con Finiper, è stimabile, sulla base dei dati forniti dalle parti, in circa il 24%, tale da consentire alla cooperativa di dettaglianti di divenire il primo operatore del mercato, seguito da ESD Italia (20%) e Coop Italia (13%). Anche in questo caso la concentrazione è stata ritenuta suscettibile di essere esaminata in modo più approfondito.
PUGLIESE: L’OPERAZIONE NON È IN DISCUSSIONE
In merito all’apertura dell’istruttoria Antitrust l’Amministratore Delegato di Conad Francesco Pugliese ha dichiarato ieri all’Ansa che: “Era normale e attesa: dopodomani (giovedì, ndr) siamo lì da loro con le nostre controdeduzioni”. Pugliese ha assicurato che l’operazione non sarà a rischio, se anche l’Antitrust dovesse imporre dei rimedi severi a Conad per attenuare gli impatti sulla concorrenza dell’acquisizione di Auchan. L’Amministratore ha anche parlato delle manovre di integrazione e degli esuberi Auchan che la società si trova a dover gestire. “Il profilo di conto economico di Auchan evidenzia 6.200 persone in esubero” ha detto Pugliese. Di queste, però, “circa il 50% sono già state previste in assorbimento all’interno di Conad”, lasciando “in discussione 3.100 potenziali esuberi”. “Noi contiamo di ridurre il più possibile questi effetti – ha concluso – ma è chiaro che ci sarà qualche sacrificio da fare”.
LO SCHEMA DI ACQUISIZIONE DELLE SINGOLE COOPERATIVE
Lo schema di acquisizione, com’è noto, prevede che i punti vendita di Auchan siano riversati alla sei cooperative associate a Conad secondo una ripartizione geografica. Il calcolo prevede che siano suddivise così: a CIA fino a un massimo di 131 punti di vendita; a Conad Centro Nord un massimo di 70 pdv; a PAC2000 un massimo 48 pdv; a Conad Adriatico un massimo di 37 pdv; a Coop Nord Ovest un massimo di 27 pdv; a Conad Sicilia 5 pdv. A livello di quota di mercato delle vendite al consumatore finale la percentuale cumulata tra Conad e Auchan salirebbe al 18,5 per cento.