Tracciabilità, sostenibilità e innovazione digitale sono le leve per riposizionare verso l’alto la categoria dell’olio extravergine, penalizzata da una politica al ribasso esercitata dalla Gdo con una pressione promozionale, che si aggira intorno al 60%.
Se ne è parlato alla quinta edizione dell’Osservatorio sulla filiera dell’olio d’oliva, organizzato da Food e ospitato da Oleificio Zucchi, dove si sono confrontati tutti gli esponenti della filiera, dai produttori olivicoli alla distribuzione.
In apertura, le previsioni della campagna olearia italiana, che registra volumi positivi intorno alle 330mila tonnellate, e un’analisi di Nielsen sul comportamento del consumatore rispetto alla categoria nei diversi format distributivi, che sta premiando le nicchie di valore come i prodotti Dop e Igp, biologici e da filiera sostenibile.
OLEIFICIO ZUCCHI, PIONIERE DELL’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Oleificio Zucchi si distingue per una strategia che ha sempre privilegiato la ricerca della qualità e della sostenibilità investendo in soluzioni tecnologiche innovative, tra cui la tracciabilità di filiera. Come spiega Manuel Sirgiovanni, Direttore Business Unit Consumer: “Siamo partiti 4 anni fa con un progetto di innovazione tecnologica, mettendo a disposizione i dati per tutti gli operatori della filiera. Il consumatore richiede massima trasparenza e noi siamo in grado di garantirla. Tutto questo processo ha un valore che deve essere riconosciuto dal mercato”.
La tecnologia applicata alle filiere agroalimentari è in grado di fornire valore aggiunto al prodotto come testimonia Filippo Renga, direttore Osservatorio Smart Agrifood Politecnico di Milano.
SIAN, UN SISTEMA D’AVANGUARDIA A LIVELLO MONDIALE
La filiera italiana è un modello di eccellenza sul fronte della tracciabilità dal campo alla tavola:
“L’Italia è all’avanguardia rispetto al sistema olivicolo mondiale – dichiara David Granieri, Presidente di Unaprol – perché è supportata da un sistema pubblico di controllo, il Sian, dove viene registrato ogni passaggio. Per l’annata in corso le previsioni della campagna olivicola sembrano positive sia per quanto riguarda i volumi che per la qualità. Dobbiamo costruire, segmentando il mercato, il giusto valore per questa filiera che ha scontato negli ultimi 20 la mancanza di investimenti strutturali pur essendo un settore strategico per l’economia italiana”.
LE POLITICHE DELLA GDO
Nonostante le strategie distributive non possano prescindere dalla convenienza nella categoria dell’olio extravergine, non mancano i tentativi per uscire dalla logica del prezzo.
Un’adeguata segmentazione dell’offerta a scaffale può garantire una corretta lettura dei vari posizionamenti e l’inserimento di prodotti premium, certificati e tracciati può innalzare la marginalità a tutti i livelli.
Crai punta sulla profondità di assortimento sui prodotti premium per differenziarsi e dare valore alla categoria.
Ne parla Pietro Poltronieri, responsabile prodotti a marchio di Crai Secom.
Anche Conad punta sulla valorizzazione dei prodotti del territorio cercando di ridurre lo spazio dedicato al segmento mainstream e ampliando la gamma deli oli Sapori & Dintorni. Ne parla Gianmaria Santella – Group Category Manager Conad