Top Pmi 2019: l’Emilia-Romagna domina la classifica del F&B

Nel settore alimentare e bevande le imprese top sono diffuse in tutto il Paese. L'Emilia Romagna guida la classifica con 9 imprese, Veneto e Piemonte seguono con 4. Lombardia sul podio con 3

Dall’analisi dei bilanci degli anni che vanno dal 2012 a quelli appena depositati del 2018, il Centro Studi di ItalyPost ha elaborato una classifica che ha permesso di individuare le trenta migliori Pmi, tra i 20 e i 500 milioni di fatturato, del settore alimentare e bevande.

F&B, UNA FILIERA CHIAVE RESILIENTE ALLA CRISI

Una filiera chiave nell’economia nazionale, che meglio di altri comparti ha fronteggiato le ondate ribassiste del ciclo economico dimostrando una grande resilienza della componente industriale. Secondo comparto per fatturato globale dopo la metalmeccanica con un valore di 138 miliardi di euro nel 2018, il F&B ha beneficiato nell’ultimo decennio di un’evoluzione della domanda globale di alimenti molto aderente alle caratteristiche dell’offerta di prodotti del made in Italy. Da sempre essa è caratterizzata da una superiore qualità del prodotto, fulcro della competitività sui mercati internazionali del sistema delle imprese italiane.

I DATI DEL SETTORE: L’EXPORT

La bilancia commerciale del settore è positiva se riferita all’industria, leggermente negativa laddove si includa anche il comparto agricolo: 41,8 miliardi di euro le esportazioni – di cui 35 miliardi dell’alimentare e bevande e 6,8 miliardi del comparto agricolo – e 44,7 miliardi di euro di importazioni, suddivise fra i 30,2 miliardi di alimentare e bevande e i 14,5 miliardi del comparto agricolo.

La principale macro-area per l’export alimentare è l’UE, che ha assorbito nel 2018 il 70,61% del totale, con in testa la Germania, seguita da Francia e Regno Unito, mentre al di fuori dell’Europa i principali mercati di sbocco sono l’America settentrionale con il 14,31% e l’Asia Orientale con il 6,42%.

L’ANALISI DELLE PMI

L’aggregato di queste 30 imprese presenta: un fatturato medio di 144 mln (su un panel che va dai 455 ai 47mln di euro); un CAGR 2012-2018 del 6,8% a fronte di un tasso di crescita annuo composto medio del comparto del 3,2%; un EBITDA medio degli ultimi tre esercizi del 13,86% a fronte di un valore riferito al comparto inferiore di oltre 6 punti (7,6%); un ROE 2018 del 10,61% a fronte di un valore calcolato in media per il settore del 7,6%; un patrimonio netto aggregato pari a 13,24 mld di euro (a fronte di 4,3 mld di fatturato). Questi dati, assieme ad una PFN negativa pari a 287 mln di euro (che indicano l’esubero di cassa su eventuali debiti finanziari), ad un leverage di 2,21 e ad un rapporto PFN/Ebitda medio pari a -0,51, indicano un assetto patrimoniale e finanziario di estrema solidità ed autonomia.

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE

Interessante anche il dato della distribuzione territoriale delle Pmi di questo tipo. A guidare la classifica è l’Emilia Romagna, che conta ben 9 imprese top. Seguono il Veneto e il Piemonte con 4 imprese a testa. Lombardia sul podio con 3 imprese, seguono poi la Campania, la Liguria e la Puglia con 2 imprese. A livello provinciale dominano le province di Verona, Parma e Cuneo con 3 imprese. Seguono con 2 imprese Napoli, Piacenza, Bologna e Genova.

La ricerca sarà presentata venerdì prossimo a Milano nel corso di un seminario promosso da ItalyPost con L’Economia del Corriere della Sera in collaborazione con l’Universita Bocconi, nel corso del quale interverranno alcuni degli imprenditori protagonisti: Riccardo Agugiaro, Alberto Balocco, Alberto Bertone, Annalisa Botter, Antimo Caputo, Nicola Fabbri e Fabio Leonardi. Dopo l’intervento di Gianmario Verona, rettore dell’Università Bocconi, l’incontro sarà concluso da Francesco Pugliese, ad e direttore generale di Conad.

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