Stati Uniti: terra di hamburger, torta di mele e …parmesan. Un altra delle terribili conseguenze dei dazi introdotti dal Presidente Trump potrebbe essere quella di confermare la nazione a stelle e strisce come principale produttore di quello che può unanimemente e tristemente essere considerato come il simbolo dell’Italian Sounding.
CRESCE L’ITALIAN SOUNDING NEI FORMAGGI MADE IN USA
Dopo un mese dall’entrata in vigore del nuovo regime tariffario, si era già registrato un calo del 20% di Made in Italy sulle tavole americane ai quali va aggiunto un conseguente incremento del 4% nella produzione di falsi formaggi italiani negli Stati Uniti.
É quanto emerge dall’ultima analisi di Coldiretti dei dati del Dipartimento USA dell’agricoltura, pubblicata in occasione della minaccia del presidente Trump di innalzare i dazi sui prodotti europei al 100% come ritorsione contro la digital tax paventata dall’Unione.
Dietro tale minaccia, sostiene Coldiretti, ci sarebbe la potentissima lobby dell’industria casearia statunitense, che avrebbe espressamente richiesto tramite una missiva l’innalzamento dei dazi per favorire la produzione locali di prodotti caseari.
In questa situazione non sono assolutamente da escludere anche pressioni di parte del “Consortium for Common Food Names” che da mesi porta avanti la sua personale crociata contro la comunità europea affinché i formaggi tarocchi Made in Usa possano fregiarsi della medesima denominazione degli originali Europei.
Un po’ come se Louis Vuitton avalassase la vendita di borse contraffatte sulle bancarelle…
FORMAGGI DAGLI STATI UNITI? NO GRAZIE
I falsi formaggi statunitensi sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi 30 anni raggiungendo nel 2018 i 2,5 miliardi chili prodotti tra Winsconsin, California e New York. L’infausta classifica vede primeggiare la mozzarella (1,97 miliardi) che stacca nettamente il parmesan (192 milioni) e il provolone (181 milioni); seguono ricotta (113 milioni) e romano da latte vaccino (25 milioni).
Nelle intenzioni dei produttori americani ci sarebbe non la volontà di aumentare la quota di mercato dei falsi formaggi negli Stati Uniti, bensì anche di penetrare il mercato europeo.
Missione che appare alquanto improbabile, in quanto l’Unione Europea sembra davvero unita come noi sul tema, come confermato dalla stessa Coldiretti, dal ministro Bellanova e dell’eurodeputato De Castro, sia in occasione della firma del protocollo sulla lotta all’Italian Sounding, avvenuto all’ultima edizione di Anuga che durante l’ultimo Forum Internazionale dell’Agricoltura e del Cibo di Villa d’Este.
Esaurite le scorte accumulate tra l’annuncio dei dazi e la loro entrata in vigore, con le vendite di Parmigiano Reggiano e Grana Padano che avevano fatto registrare un +220%, per il mercato americano pare imminente l’invasione delle brutte copie dei nostri formaggi tradizionali, vanto di una nazione intera.
LE DICHIARAZIONI DI COLDIRETTI
Così il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini: “Dopo il settore aeronautico, con la digital tax ancora una volta l’alimentare diventa ingiustamente la vittima di una guerra commerciale in cui non è coinvolto. Occorre riprendere il dialogo per evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati. É sempre più urgente l’attivazione di aiuti compensativi ai settori più duramente colpiti con sostegni agli agricoltori che rischiano gli effetti di una tempesta perfetta tra dazi Usa e pericolo di Brexit, dopo aver subìto fino ad ora una perdita di un miliardo di euro negli ultimi cinque anni a causa dell’embargo totale della Russia”.