Crescita digitale, dotazione infrastrutturale, fisco, inclusione giovani, semplificazioni amministrative, formazione, libero mercato. Sono questi gli asset strategici del protocollo organizzativo presentato oggi in Assolombarda da Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, e Mario Resca, presidente di Confimprese.
L’accordo segna il primo step di un progetto di ampio respiro, che prevede l’organizzazione di tavoli di lavoro congiunti su temi di interesse trasversale e strategici per lo sviluppo del Paese.
I NUOVI BISOGNI DELLE IMPRESE
“L’accordo tra Confindustria e Confimprese – dichiara Vincenzo Boccia – nasce dalla consapevolezza che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi e che oggi per rilanciare la crescita occorre un patto d’azione tra tutti i protagonisti dell’economia. La stessa logica abbracciata con responsabilità dai corpi intermedi ci auguriamo sia accolta dalla politica in ogni sua espressione e diventi dominante nel Paese”.
L’evoluzione del quadro normativo interno ed europeo, dell’assetto politico-istituzionale e degli scenari di concorrenza internazionale stanno determinando nelle imprese italiane bisogni e aspettative di rappresentanza sempre più articolati, che richiedono l’attivazione di risposte innovative insieme a un’offerta qualificata di prestazioni di assistenza, consulenza e informazione.
INDUSTRIA E DISTRIBUZIONE: ISTANZE COMUNI
“Il nostro mondo della distribuzione condivide le logiche industriali di Confindustria – spiega Mario Resca –. La condivisione di istanze comuni a supporto della cultura imprenditoriale e dei valori del mercato e della concorrenza può generare una rappresentatività maggiormente percepita a vantaggio dell’intero sistema Paese. Serve una sola voce per dare messaggi univoci e coerenti al legislatore affinché l’industria italiana sia messa nelle condizioni di lavorare al meglio. L’universo Confimprese ha una rete distributiva con una media di circa 100 punti vendita ad associato e 5/10 risorse per singolo store. Apriamo 1000 negozi l’anno con una ricaduta occupazionale di 10mila nuovi assunti. Per questo è necessario valorizzare le filiere dalla produzione alla distribuzione: se vogliamo vendere bisogna produrre, il nostro interesse è quello delle imprese”.